Movimento nella polvere (di stelle)
15:00 Giovedì 13 Giugno 2013 5Il capogruppo grillino in Sala Rossa, Bertola affida a Fb una articolata riflessione sulla crisi del mondo pentastellato. "Di quello che eravamo è rimasto ben poco". E ce n'è anche per Beppe Grillo: "Le leadership servono per unire non per cacciare"
“Cosa è rimasto del Movimento 5 stelle degli albori?” a chiederselo, dopo le querelle che stanno sferzando la formazione di Beppe Grillo a livello nazionale è il capogruppo in Sala Rossa Vittorio Bertola. La domanda è quasi retorica e la risposta, affidata a una nota su Facebook, appare scontata: “Sempre meno”. Le ambizioni personali, il voyeurismo che affligge molti degli eletti non solo in Parlamento, le liti continue spiattellate sugli odiati giornali, che ora sguazzano nelle fratture all’interno di un corpo che sembrava monolitico e che rischia di sbriciolarsi. L’entusiasmo ha lasciato campo al rancore, il sogno alla frustrazione nello scontrarsi con la realtà quotidiana, con le difficoltà “di cambiare veramente le cose”. E così arrivano le accuse reciproche, le epurazioni, il tutti contro tutti.
C’è ben poco, ormai, secondo Bertola di quel “movimento pieno di idee e di visioni positive, che sognava apertamente un mondo migliore e sapeva anche spiegarlo, che dava speranza a chiunque vi si avvicinasse, che magari mandava affanculo l’establishment, ma non parlava solo di aggressioni e guerre e cattiverie altrui. Che aveva come obiettivo non i voti ma il miglioramento culturale delle persone e della società, che manteneva attiva una discussione costante tramite la rete i meetup”. Di tutta quella genuina speranza per Bertola è rimasto poco o nulla. “Il rischio è che invece di dare forza alle nostre idee originali, adattandole solo per quanto necessario a realizzarle davvero, esse diventino un dogma da ripetere a parole, per poi agire in maniera ben diversa”. Non mancano alcune non troppo velate critiche anche a Grillo: “E’ in questi momenti che serve il carisma delle persone di valore. Serve, però, per unire e non per cacciare, per affrontare i problemi e non per negarli. Serve per smettere di girare in tondo, di farsi catturare e rinchiudere in un gran lavoro istituzionale spesso completamente inutile, di perdere le priorità e i valori; serve per organizzare la sterzata che rimetta la barca sulla rotta giusta”. Per Bertola “Bisogna saper immaginare il Movimento dei prossimi anni: il suo ruolo politico, la sua strategia, la sua organizzazione. Serve pensarli con forza e perseguirli con attenzione, perché se non lo faremo verremo sbriciolati e mangiati, diventando un partitino stanco senza nemmeno accorgercene; non basta non voler essere un partito per non diventarlo, serve trovare esplicitamente una via nuova”.
Sul tema interviene anche la collega in Sala Rossa, la giovane consigliera comunale Chiara Appendino: “Abbiamo la responsabilità di avere un'opportunità' per cambiare. Io continuo a crederci e so di non essere sola”. “Ogni giorno- scrive - tanti di noi si impegnano in prima persona dentro e fuori le istituzioni per cambiare questo Paese e qualche buon risultato inizia ad arrivare. Ma non basta”. Secondo l’esponente M5Ss il “sistema” che si è “creato negli anni, tende ad auto proteggersi ed è difficile da scardinare. Se ci lasciate soli adesso, tutti questi sforzi saranno stati vani. FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE, in famiglia, a lavoro, al bar, su internet”.