LITE IN FAMIGLIA

Radicali complici del Boninocidio

J'accuse di Viale contro il suo stesso partito che non avrebbe tutelato a dovere l'ex titolare della Farnesina, silurata da Renzi: "E' un aborto voluto, voluto anche da noi". Così si allarga il solco tra la maggioranza pannelliana e i "filodem"

«La non riconferma di Emma Bonino è un aborto voluto, voluto dai Radicali». Se non si trattasse di un laico militante quello di Silvio Viale, sarebbe il più classico dei mea culpa. Ma più che con se stesso, da tempo voce critica della maggioranza pannelliana, il presidente del Comitato nazionale di Ri ce l’ha con chi nel suo partito nulla avrebbe fatto per tutelare il proprio ministro degli Esteri.

 

«Siamo in molti ad essere rimasti zitti per rispetto a Bonino e abbiamo sbagliato. Ora mi sembrano stonate tutte le osservazioni sulle “reazioni all'estero”, pur sapendo che la più giovane Federica Mogherini dovrà impegnarsi il doppio per non far rimpiangere chi l’ha preceduta». Alla base della freddezza dei Radicali nei confronti del neonato governo, le posizioni di Renzi sulla Giustizia, diventato ormai tema dirimente per il movimento di Marco Pannella, al vertice della scala di priorità. In queste ore l’ex ministro – unica piemontese del passato governo – si è limitata a un seccato “No comment” alle domande dei cronisti sulla sua inattesa defenestrazione.

 

«Se si pensa che il governo Renzi sia un “salto nel buio con melma e putrefazione” come campeggia tuttora sul sito di Radicali italiani, bisognerebbe esprimere soddisfazione per esserne fuori – attacca Viale - Se poi, si aggiunge, come questione pregiudiziale che sulla giustizia Renzi “presceglie valori e metodi da regime anti-democratici” c'è da chiedersi perché ci si lamenti per l'esclusione». Ma al di là di una questione di coerenza ce n’è soprattutto una di merito: «Resta il fatto che stare fuori dall’esecutivo è un errore. E che la responsabilità dell'aborto, dell'Interruzione volontaria di Governo, sia perlomeno da condividere tra Radicali e Renzi, di cui continuo a sottolineare l’importanza della svolta che rappresenta». Uno sfogo in pieno stile radicale per il ginecologo torinese, tra i più filodem della pattuglia nazionale, al punto da sottoscrivere ogni anno la doppia tessera – Radicale e Pd – senza nascondere alle scorse primarie il proprio sostegno al neo premier e al suo candidato in Piemonte Davide Gariglio. «Non posso che essere amareggiato per l'assenza di Bonino, che sui temi della libertà, delle riforme istituzionali, della giustizia e dei diritti civili avrebbe rappresentato qualcosa di più, che i meriti di un ottimo ministro degli esteri. Quindi, come previsto, oggi alle ore 18 sarò a Torino in piazza Carignano per una fiaccolata sulla vicenda dei marò».