Il vescovo vuole il posto fisso
13:22 Martedì 24 Maggio 2016 0Mons. Nosiglia: "L'estema mobilità e precarietà snerva anche i giovani più risoluti". E chiede all'amministrazione maggiore attenzione all'occupazione femminile e politiche a tutela della maternità. La ripresa coinvolga tutti
Il lavoro logora, anche chi ce l’ha. “Il lavoro dei giovani quando c'è, è spesso occasionale e non privo di carenze sul piano della soddisfazione personale e del rispetto dovuto a chi entra in un ambito nuovo e complesso ed è bisognoso di accompagnamento per poter valorizzare al meglio le proprie capacità e risorse”. Ad affermarlo l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia che nell’omelia durante la messa per i festeggiamenti di Maria Ausiliatrice ha rilevato come “l’estrema mobilità e provvisorietà, con le quali un giovane deve fare i conti entrando nel mondo del lavoro, non gli permettono di sviluppare la tranquillità e la sicurezza necessarie per appassionarsi a quanto sta facendo, sottoponendolo a una trafila di mestieri, il più delle volte diversi tra loro e lontani dalle sue specifiche competenze, capace di snervare anche i più risoluti”. Di
qui l’invito a “Chiesa e società civile a fare un serio esame di coscienza, per superare pregiudizi e qualunquismi che ci fanno guardare ai giovani con sospetto o preoccupazione, più come ad un problema che a una risorsa”.
Quanto al lavoro, Nosiglia ha poi evidenziato come “a fronte di qualche positivo segnale di ripresa, una strisciante crisi economica sta purtroppo ancora gravando sul nostro territorio. Penso - ha alla crescente precarietà di chi viene espulso dal ciclo produttivo o di chi, messo in mobilità, non riesce, per l’età o altri gravi motivi, a reinserirsi nel mondo del lavoro, l’espandersi del lavoro nero, che coinvolge il più delle volte gli stranieri immigrati”. Problemi che, secondo il presule vanno affrontati “oltre che con politiche economiche e sociali appropriate, innovazione, formazione e qualificazione professionale, collaborazione e sinergia tra imprese e lavoratori, anche valori e ideali morali e spirituali senza i quali prevalgono logiche puramente economiche e di mercato e la ricerca del solo profitto ad ogni costo, anche a scapito della giustizia e della solidarietà”.
Attenzione particolare va inoltre riservata alla condizione femminile. “La tutela della maternità e della specifica vocazione e ruolo della donna in famiglia non sono in contrasto con il suo diritto al lavoro fuori casa e alla sua piena promozione. Entrambi i valori debbono essere salvaguardati e sostenuti con opportune legislazioni, adeguate risorse economiche, strutture d'accoglienza per i figli minori, a cominciare dai nidi e delle scuole dell'infanzia”. Il vescovo ha sottolineato che si tratta di “servizi indispensabili in cui la nostra città eccelle, anche grazie alle numerose e qualificate scuole parrocchiali o cattoliche, che vanno dunque sostenute e promosse alla pari di quelle statali e comunali”.