ECONOMIA DOMESTICA

Liguria torna mare “nostrum”

Spiagge affollate e alberghi pieni: una stagione da "tutto esaurito" in riviera. Anche i piemontesi hanno ripreso a frequentare il litorale "di casa". E nei piani dell'assessore al Turismo ligure Berrino il lancio di un brand comune del Nord Ovest

Giovanni Toti esulta: “Sono tornati”. No, nessun riferimento a transfughi berlusconiani, la coppia Bondi& Repetti è data in vacanza e comunque con altri pensieri che (per ora) non indulgono ad Arcore, Angelino Alfano presidia come da tradizione ferragostana il Viminale e di eventuali rentrée se ne riparlerà, semmai a settembre. Il consigliere politico di Silvio Berlusconi (in vacanza-convalescenza a Villa Certosa) l’entusiasmo lo sprizza come governatore della Liguria, “tornata finalmente al centro degli interessi degli italiani”, i quali – gongola il presidente – “stanno affollando le nostre spiagge dove è ormai impossibile trovare un ombrellone e un lettino liberi”. Quasi come le liste dei candidati quando il Cavaliere era in sella e proprio un ligure, Claudio Scajola, era addetto a sistemare i candidati nelle prime, seconde e terze posizioni. Adesso anche il lettino più lontano da bagnasciuga è blindato come un collegio sicuro. Eh si, perché sono tornati, loro, i turisti, i vacanzieri.

Da Levante e Ponente tanti così come quest’anno non li vedevano da tempo. “Le prime rilevazioni sul mese di luglio danno una crescita del 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e addirittura superiore al 13% rispetto al 2014” conferma l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino. “C’è un fortissimo ritorno degli italiani e, come da tradizione, i piemontesi sono la parte più consistente”. Già, come tradizione: che affonda radici lontano nel tempo, ma colloca il suo boom in coincidenza con quello economico, anni Sessanta. Si costruiscono centinaia, migliaia di alloggi, la borghesia e il ceto medio che sta oltre l’Appennino cala al mare, soprattutto a Ponente. E compra. Il mattone vista mare, un po’ investimento, un po’ simbolo dell’ascensore sociale che allora funzionava, l’autostrada che non è più la camionale e accorcia i tempi, tutto fa perché quello Ligure diventi il Mare Nostrum di chi, come dice Paolo Conte, ha “quella faccia un po’ così prima di andare a Genova”.

Erano facce contente, appagate quelle dei piemontesi per i quali la casa al mare, più spesso “l’appartamento”, aveva significato anche un cambiamento di vita, almeno per le due tre settimane di ferie. Chiudeva la Fiat, aprivano le seconde case. Che, una quarantina di anni dopo, “hanno incominciato ad essere meno frequentate, spesso se ne vedevano tante rimanere chiuse per tutta la stagione” racconta Berrino, sanremese e dunque osservatore privilegiato di quel Ponente da sempre prediletto dai piemontesi. “La soddisfazione di quest’anno è anche vedere finestre di nuovo aperte”.

Cos’è cambiato? Certo la paura ha ridotto le mete verso Paesi stranieri, anche quelli vicini come la Francia, “ma c’è anche una questione generazionale: i figli di chi negli anni Sessanta e Settanta aveva comprato la casa qui, fino a un po’ di tempo fa in molti casi l’ha utilizzata poco o nulla, poi col passare dell’età si scopre che quell’acquisto in fondo non era stata una cattiva idea. E si torna dove si erano trascorse le vacanze da bambini e ragazzi”. Varazze, Albisola, Finale, Loano, Ceriale, Laigueglia, Alassio…  le tappe estive dei vacanzieri subalpini resistono immutabili come quelle della Milano-Sanremo. Quest’anno, dopo le salite di quelli passati, per il comparto del turismo ligure s’annuncia l’arrivo in volata.

A fare l’andatura, nel mese scorso sono stati gli stranieri: “Luglio, da sempre, è il mese delle maggiori presenze dall’estero – spiega Carlo Scrivano, direttore dell’Unione provinciale albergatori di Savona –. Francesi e tedeschi, soprattutto. È il periodo in cui pur a fronte di un minor numero assoluto di presenze rispetto ad agosto il fatturato sale. Gli stranieri hanno maggiore capacità di spesa, indubbiamente”. Adesso, il mese consacrato in Italia alle vacanze, c’è il tutto esaurito o quasi.  Numeri a parecchi zeri: nella provincia di Savona la media di presenze annue supera di 300mila i 5 milioni, solo per il comparto ricettivo, “per le seconde case bisogna moltiplicare per sette” avverte il direttore dell’Unione albergatori. “E di queste seconde case la stragrande maggioranza va suddivisa tra lombardi e piemontesi”.

Un legame quello con la regione d’Oltreappennino che la Liguria si tiene stretto e, anzi, vuole rafforzare. Meno di un mese fa Berrino ha organizzato un incontro in Regione con il suo omologo lombardo Mauro Parolini, presenti i funzionari dell’assessorato piemontese “guidato” da Antonella Parigi (assente al vertice) con l’obiettivo di “creare un brand che metta in comune l’offerta diversificata delle tre regioni, in uno spazio geografico tutto sommato limitato, per farsi conosce ai 500 milioni di viaggiatori che ogni anno vengono in Europa per piacere o per affari”. Con Lombardia e Piemonte, oltre ai percorsi del gusto, la Liguria ha una cabina di regia per la promozione e la messa a sistema del turismo sull'acqua: dai laghi ai fiumi fino al Mar Ligure. “Se venissero finalmente risolti i problemi della linea ferrovia Cuneo-Ventimiglia – osserva Berrino che, oltre alla delega al Turismo ha pure quella ai Trasporti – si potrebbe incrementare ulteriormente il flusso turistico dal Piemonte”. Nell’attesa, la Liguria balneare, in questa estate dove anche i meno affezionati piemontesi sono tornati, va come un treno.

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