Non mi volete? Non ci vengo
Gigi D’Alessio scarica il Pd
23:45 Venerdì 02 Settembre 2016
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Il cantante rinuncia al suo intervento alla Festa dell'Unità. La decisione dopo le polemiche sui suoi debiti innescate dal vicepresidente del Pd di Torino Bianco. Si dimette Mazza, responsabile dell'organizzazione. Il segretario Morri: "Tutto per colpa di un cretino"
“Mi dicono che il management di Gigi D’Alessio abbia accettato la revoca dell’invito fatta dal vicepresidente dell'assemblea provinciale”. Con queste parole il segretario organizzativo del Pd di Torino Saverio Mazza annuncia su facebook la rinuncia del noto cantautore napoletano a partecipare alla Festa dell’Unità dov’era atteso domani, sabato 3 settembre, per discutere di diritti d’autore.
Il caso è scoppiato poche ore dopo l’annuncio dello stesso D’Alessio di essere sommerso dai debiti e che avrebbe cantato per i prossimi 15 anni pur di onorare tutte le sue pendenze. Tanto è bastato perché il vicepresidente del partito Raffaele Bianco, con una nota, chiedesse ai suoi vertici la revoca dell’invito al cantante: “Alla luce di questa situazione poco trasparente il partito non può far finta di niente chiudendo un occhio; bisogna infatti ritrovare il coraggio d’indignarsi, ringraziare il cantante per la sua disponibilità e revocare l’invito”. Un’intemerata che avrebbe dovuto consegnare al giovane dirigente dem qualche ora di ribalta e niente più, al punto che lo stesso Mazza, sempre via social, aveva disinnescato la mina confermando l’invito. Almeno così credeva e invece le parole di Bianco hanno fatto il giro d'Italia e sono arrivate anche alle orecchie di D'Alessio che per evitare imbarazzi ha deciso lui di fare un passo indietro.
“È avvilente – prosegue il braccio destro del segretario Fabrizio Morri nel suo post -. Sono mortificato. È un danno enorme per il Pd poiché puntavamo tanto sull’afflusso di gente che avrebbe portato il cantautore, avremmo incassato certamente di più... fondi coi quali il Pd torinese campa per un anno intero”. Per poi concludere: “Domani mattina consegnerò al segretario Morri le mie dimissioni da responsabile dell’Organizzazione. È avvilente far politica così. È un gioco al massacro. La missione è ammazzare il Pd. Io non ci sto”.
Decisamente meno diplomatico il numero uno del Pd Morri: “Sono imbufalito per l’irresponsabile uscita di un cretino capace di sollevare un caso che non esiste - dice in un colloquio con lo Spiffero -. Un’uscita estemporanea per garantirsi un po’ di ribalta mediatica”. E su D’Alessio ribadisce: “Noi non abbiamo nessun imbarazzo ad averlo a Torino. Proverò a mettermi in contatto con lui per capire se ci sono ancora degli spazi per recuperare una situazione che arreca un danno a tutto il partito”.