Il democratico che non scende a Valle
Oscar Serra 06:00 Giovedì 02 Febbraio 2012
E' considerato il golden boy del Partito democratico torinese. Una carriera politica finora sfavillante: due candidature e due brillanti successi. Quello che tocca diventa oro e raccogliere voti, per lui, non è mai stato un problema. Daniele Valle, 28 anni, è presidente della Circoscrizione III dal 2011 e vanta il record di essere il primo segretario dei Giovani Democratici torinesi (e con questi chiari di luna non è da escludere che possa rimanerne l’unico, con buona pace di Matteo Cavallone destinato a rilevarne lo scettro).
La faccia è quella pulita di un animatore dell’oratorio. Il Gesù Nazareno, nel quartiere Cit Turin, è stata a lungo la sua seconda casa. Ed è curioso che proprio in quella stessa parrocchia aveva mosso i suoi primi passi un altro che fece della passione politica uno stile di vita: Steve Della Casa, tra i leader di Lotta Continua negli anni Settanta e poi critico cinematografico di successo, già ospite di questa rubrica nelle settimane scorse.
Casa, chiesa e circoli del Pd. La passione politica inizia quasi per caso: si presenta in un circolo della Margherita e prende la tessera. Senza padrini. Nel 2006 si candida per la prima volta a consigliere di circoscrizione e scopre che la parrocchia, quando serve, è capace di miracoli: 450 voti, primo nella lista della Margherita, tanto che Michele Paolino, eletto presidente per il suo secondo mandato, lo valorizza affidandogli la Commissione Commercio e Lavoro.
Primo di quattro fratelli, Valle ha testato le sue doti carismatiche già al liceo Cavour, dove venne eletto rappresentante di istituto e anche all'università ha saputo abbinare passione politica, come consigliere di facoltà, alla carriera accademica che lo porta a laurearsi con il massimo dei voti.
In circoscrizione è “l’acciuga”, “perché delfino - gli diceva Paolino - mi sembra eccessivo” (e “trota” - aggiungiamo noi - non era ancora stato coniato). Con il presidente si instaura un rapporto limpido, cristallino, di stima e affetto reciproco, seppur in correnti diverse del partito. Lui, ragazzo metodico, mite e mai irruento, conquista la fiducia dei consiglieri più anziani, anche quelli che all'inizio storcevano il naso di fronte alla sua ascesa. Nel Pd si colloca nell'area cattolica e appoggia Gianfranco Morgando ("Morghi") nella sua corsa alla segreteria.
Il 2011 è l'anno delle svolte: diventa avvocato e sposa Alessandra Orlandi, figlia dell'ex consigliere comunale Massimiliano Orlandi. Dopo essere stato a lungo in predicato di candidarsi in Comune, il partito gli affida la circoscrizione e lui, per la seconda volta stravince: la sua coalizione conquista quasi il 55%, mentre il candidato del centrodestra si ferma al 25%. Le lacerazioni nella componente cattolica del Pd lo fanno avvicinare sempre più a Davide Gariglio, del quale sostiene convintamente la campagna per le primarie a sindaco di Torino. Intanto, per non farsi mancare nulla colleziona tessere “sinistre” dall’Arci all’Anpi. A testimoniare la nascita di un cattolico post-ideologico?