Trifoglio avvelenato per la Rossa
Stefano Rizzi 20:30 Martedì 28 Febbraio 2017 0Insidiosa candidatura del cosiddetto “quarto polo” di Alessandria che manda in campo l’ex vice della sindaca uscente, apprezzato primario ospedaliero. Nelle retrovie la vecchia volpe socialista Borgoglio
L’ha avuta per un anno come sua vice e, adesso, Rita Rossa potrebbe trovarsela quale avversaria alle prossime comunali. Oria Trifoglio, primario ospedaliero, nome noto e apprezzato nell’ambiente del volontariato, prima degli eletti nella lista di sostegno all’attuale sindaco di Alessandria nel 2012 e, quindi, vicesindaco sia pure per un breve periodo è la carta che l’ex ras socialista Felice Borgoglio, oggi regista del ribattezzato quarto polo, punta a calare contro l’attuale inquilina dem di Palazzo Rosso. Un boccone amaro per la Rossa, che qualcuno cerca di camuffare in bignè: “Ma non
scherziamo – ribatte piccata la sindaca –. A chi mi vorrebbe spiegare che questa candidatura è a mio sostegno rispondo con le dichiarazioni rilasciate più volte dal cosiddetto quarto polo che ribadiscono l’intenzione di votare al ballottaggio i grillini piuttosto che me”.
Il ragionamento della prima cittadina è, in effetti, semplice e disarmante rispetto alle mosse di quella anomala coalizione messa in piedi da Borgoglio e che vede forze di sinistra e di destra oltre a personaggi in passato nell’area piddina: “Se mi si vuole sostenere, si fanno degli incontri, si discute il programma. La verità – incalza – è che la candidatura della Trifoglio spacca il centrosinistra e colpisce il Pd”. Che già non sta messo troppo bene pure in riva al Tanaro, dove la prima cittadina uscente pur toccandole indossare la maglia nera appioppatale dal sondaggio sui sindaci è stata la sola, nei capoluoghi, a non titubare sulla sua ricandidatura, pur lamentando (pure lei) una certa distanza colta nei vertici regionali “su una partita importante come quella delle amministrative, anche se capisco l’impegno per il congresso, però…”. Però questa mossa della vecchia volpe socialista è di quelle che spiazzano: il ritorno sulla scena politica cittadina, ma nel fronte avverso a quello per cui si era spesa cinque anni fa, della Trifoglio preoccupa e non poco chi deve già mettercela tutta per non vedere consegnato Palazzo Rosso ai Cinque Stelle.
L’avversario che sulla carta pare abbia più chance di andare al ballottaggio con l’uscente sembra infatti essere il movimento di Grillo. E questo per il semplice fatto che il centrodestra che schiera il leghista Gianfranco Cuttica pare ridotto al Carroccio e Forza Italia: il fratello d’Italia Emanuele Locci sembra non escludere una corsa in solitaria, anche se è stato notato a una delle ultime riunioni del quarto polo. Formazione questa che vede ancora riflettere il fittiano Fabrizio Priano fermo sulla richiesta di primarie, così come alla finestra altri personaggi della politica domestica sia sul fronte destro sia su quello sinistro. Entrambi potrebbero, in buona parte, convergere sulla figura della Trifoglio in funzione anti-Rossa e con un bacino di voti propri nient’affatto disdicevole.
Arrivata come vicesindaco all’esordio dell’attuale consiglia tura, pochi mesi dopo era stata convinta dal Pd a candidarsi alle primarie per le elezioni politiche con la prospettiva piuttosto concreta di un seggio al Senato. L’esito delle parlamentarie, invece, premiò Cristina Bargero (poi eletta alla Camera) e prima della fine del 2013 la Rossa dovette cercarsi un altro vice: “Questa decisione nasce dall’incompatibilità delle mie cariche istituzionali con la posizione professionale di responsabile di Struttura Complessa, ruolo assegnatomi dal 1° ottobre di quest’anno presso l’Aso di Alessandria – motivò all’epoca le sue dimissioni –. Dopo la comunicazione, da parte dell’ente datore di lavoro, della sopraggiunta incompatibilità, sono obbligata ad agire in questo senso per evitare la decadenza dal rapporto di lavoro. È una scelta che non avrei voluto compiere ma alla quale sono costretta”.
Un’altra scelta, quella verso Scelta Civica dell’ex ministro della Salute alessandrino Renato Balduzzi (il cui figlio Giacomo è tra i promotori del quarto polo) connotò l’impegno, o meglio l’adesione politica, del primario ospedaliero. Che il fiuto dell’ex deputato (ma anche sindaco di Alessandria negli anni Settanta) lombardiano ha individuato come la regina di spade da contrapporre a quella di fiori nella partita (a carte più o meno scoperte) per Palazzo Rosso.