PALAZZO LASCARIS

Sospesi i “cattivi” Marrone e Gancia

Cartellino rosso per la capogruppo leghista e il collega di FdI. La presidenza del Consiglio regionale infligge un turno di squalifica per comportamenti non consoni all'aula

Rigore è quando arbitro fischia, diceva Vujadin Boškov. E se non basta – hanno pensato nell’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris – allora salta fuori il cartellino rosso, con qualche giornata di squalifica. Che poi è quello capitato a due consiglieri dell’opposizione di centrodestra: la leghista Gianna Gancia maritata Calderoli e il fratello d’Italia Maurizio Marrone. Le due assenze, ieri nel corso del Consiglio regionale, non sono passate inosservate anche se a svelare il motivo di quelle due poltrone vuote non sono certo stati i legittimi titolari, bensì qualche sussurro disinteressato che ha ricordato la sanzione con la firma del presidente Mauro Laus.

Un fatto non certo abituale nell’emiciclo di via Alfieri. Ma tant’è le parole assai pesanti pronunciate dalla Gancia nel corso di un acceso dibattito, avranno pure portato nell’assemblea regionale un noto detto che certo non scandalizza in una conversazione da bar, ma non si può certo dire sia appropriato per la sede istituzionale. D’accordo che Bossi aprì una stagione semantica e sdoganò pure la metafora del sesso in politica con il celodurismo, ma quel proverbio coniato dal furbetto del quartierino Ricucci che – mitigato – suonerebbe come “fare il generoso con il portafoglio degli altri”, e ci siamo capiti, proprio non è andato giù all’ufficio di presidenza deputato, anche, a far rispettare le regole. Comprese quelle dell’eloquio. Non le sole, però. Ne sa qualcosa l’altro sospeso dai lavori per una settimana: Marrone nel corso dei lavori continuò a scattare fotografie ai colleghi grillini con foga e impegno neppure messi per un selfie con la Meloni. Tutto per documentare quello che egli avrebbe ritenuto un appoggio del M5s alla maggioranza attraverso il numero legale. A nulla sono valsi i ripetuti inviti del vicepresidente Nino Boeti a smetterla con quegli scatti. E così dopo aver fischiato quei due rigori, sono arrivate le giornate di squalifica.

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