ECONOMIA DOMESTICA

Con l’Azerbajian affari a tutto gas

Missione in Piemonte dell'ambasciatore azero. Fitto calendario di appuntamenti istituzionali (Chiamparino e Appendino) e con il mondo economico e universitario. Ravanelli (Confindustria): "Una grande opportunità per le nostre imprese"

Petrolio e gas, ma non solo. L’Azerbajian è per l’Italia il primo fornitore di idrocarburi – primato conquistato dal 2012 dopo che la Libia è diventato un teatro di guerra – ma “ha tutte le caratteristiche per rappresentare un mercato di estremo interesse e notevoli potenzialità per il nostro export”, come osserva il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, che oggi ospiterà nella sede dell’associazione imprenditoriale l’ambasciatore azero in Italia Mammad Ahmadzada.

È, insomma, altro e di più di una visita di cortesia quella del diplomatico di Baku in Piemonte che, oltre all’incontro con i vertici industriali prevede anche momenti istituzionali con il presidente della Regione Sergio Chiamparino e la sindaca del capoluogo Chiara Appendino. Lo testimonia un ulteriore appuntamento: quello al Politecnico “la cui fama è nota in Azerbajan”, sottolinea l’ambasciatore nel colloquio con lo Spiffero. “La mia visita coincide con la vigilia del Forum Mondiale del Dialogo Interculturale, che aprirà a Baku il prossimo 5 maggio e ospiterà anche una rilevante delegazione italiana. Questo dimostra – sottolinea Ahmadzada – l'importanza che il mio Paese attribuisce alla promozione dei valori multiculturali. Per l’Azerbajian rafforzare la collaborazione negli ambiti culturali, scientifici e accademici ha un grande significato e in questo si inserisce a pieno titolo l’incontro con i vertici del Politecnico di Torino”.

Primo cliente del Paese dell’ex Urss per il mercato energetico, l’Italia vanta comunque un quarto posto come esportatore nel mercato azero. “Un mercato in continua crescita, grazie all’aumento costante del reddito procurato da gas e petrolio, che per noi, aziende piemontesi che guardano all’incremento dell’export, è di estremo interesse – spiega il presidente di Confindustria –. Penso all’agroalimentare, ai prodotti di consumo diffuso, ma anche a quella tecnologia di cui un Paese in crescita necessita e il nostro tessuto produttivo, con eccellenze a livello internazionale, è in grado di offrire”. Per il numero uno degli industriali piemontesi c’è un altro aspetto che fa dell’Azerbajian un mercato oltremodo appetibile: “Le, a dir poco, improvvide sanzioni imposte alla Russia continuano a pesare sul nostro sistema industriale, penalizzandolo in maniera molto pesante. Ecco credo che anche per questa ragione un ancor più stretto rapporto con l’Azerbajian per noi può rappresentare una valvola di compensazione verso quell’area del mondo”.

Prodotti di largo consumo e di qualità, incominciando dall’agroalimentare passando per la moda, sono un mercato cui il Paese che basa la quasi totalità dell’economia sull’esportazione di idrocarburi e che cresce in maniera assai più rapida rispetto ad altri è pronto ad aprire le porte, favorito in questo anche da una cultura laica e profondamente multiculturale in un territorio la cui popolazione è in maggioranza di fede musulmana. Ma la prospettiva delle imprese piemontesi è volta anche alla tecnologia: dalle macchine agricole agli impianti industriali. Lo conferma lo stesso ambasciatore quando ricorda che se “l'Italia è il nostro primo partner commerciale da molti anni, questo perché l'Azerbaigian è uno dei principali fornitori di greggio per l'Italia, anche le esportazioni dall’Italia all'Azerbaigian sono triplicate dal 2010. I rapporti – sottolinea – sono eccellenti nel settore dell’energia, ma nel quadro del processo di diversificazione dell’economia si sono sviluppati rapporti intensi anche nel settore non-oil. Infrastrutture, information technology, agricoltura, lavorazione dei prodotti alimentari e del legno, viticoltura, turismo, sono i settori più interessanti e aprono opportunità alle aziende italiane in Azerbaigian”.

Ahmadzada, 40 anni, da dodici mesi a capo della missione azera, conosce bene l’Italia dove era già stato diplomatico in precedenza e per aver perfezionato gli studi economici alla Scuola Superiore Enrico Mattei, dell’Eni. “I rapporti tra le regioni e le città dei nostri paesi rappresentano un’importante dimensione della nostra collaborazione. Sono molto felice di visitare il Piemonte in questa occasione. Gli incontri con le autorità locali con il mondo imprenditoriale e accademico-scientifico accresceranno la mia conoscenza sulle realtà piemontesi e ritengo saranno utili per definire potenziali aree di collaborazione”.

Oltre Torino, la due giorni della delegazione azera in Piemonte organizzata insieme all’associazione interparlamentare Italia-Azerbajian,  prevede incontri anche ad Alba e, domani pomeriggio, a Casale Monferrato con gli imprenditori dell’Alessandrino. “Le regioni al Nord dell’Italia occupano un ruolo importante nelle nostre relazioni economiche, con molte aziende operative in Azerbaigian. Il nostro sviluppo economico ci ha portati ad essere un esportatore di investimenti all’estero, che hanno raggiunto non solo i paesi limitrofi ma anche quelli del continente europeo. Ricordo i primi investimenti azerbaigiani del Sofaz (il Fondo petrolifero statale) nel settore immobiliare italiano, come l’acquisto di Palazzo Turati a Milano nel 2015. Molte imprese dall’Azerbaigian – aggiunge l’ambasciatore – sono fortemente attive nei mercati esteri e pronte a considerare opportunità di collaborazione in vari settori”. Una ragione in più, per l’economia piemontese, per concentrare lo sguardo e l’attenzione su un “un Paese in forte crescita e per questo – sottolinea Ravanelli – molto interessante per l’incremento del nostro export e delle relazioni commerciali”. Un Paese nella cui capitale, quello che nell’epoca sovietica era un palazzo dedicato a Lenin, oggi è un museo che racconta un pezzo di storia dell’impero persiano in una collezione di oltre mille tappeti rari.

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