TRAVAGLI DEMOCRATICI

“Nessun accordo col Pd”

Il Movimento 5 stelle respinge la "mano" di Lo Russo e la sua proposta di un "Patto per Torino". E anche il partito rinfaccia l'intemerata al suo capogruppo. Morri: "La linea è un'altra"

“Un aiuto dal Pd? Mi pare abbiano fatto abbastanza”. Il Movimento 5 stelle liquida con (giusta) sufficienza il “Patto per Torino” proposto dal capogruppo dem Stefano Lo Russo davanti alle telecamere di “#terrazzaPd”, il format renziano della Piazza Grande di Giancarlo Magalli. La sindaca Chiara Appendino non si prende neanche la briga di rispondere, affidando l’incombenza a un’altra Chiara, la Giacosa, neo capogruppo dei pentastellati in Sala Rossa: “Non abbiamo mai fatto accordi con nessuno – dice allo Spiffero – se poi il Pd ha davvero delle idee per Torino ci illumini nelle sedi appropriate, non sui giornali”. Finora i democratici si sono contraddistinti, infatti, per una opposizione intransigente, ancor più feroce delle altre forze di opposizione, e non potrebbe essere altrimenti visto anche la valutazione impietosa che in questi dodici mesi la prima cittadina e la sua maggioranza hanno dato della gestione dell'amministrazione cittadina da parte del centrosinistra: “Più che un giudizio è un dato di fatto che trova corrispondenza nelle relazioni della Corte dei Conti sullo stato finanziario in cui hanno lasciato il Comune”. Insomma, “pronti a valutare le proposte di tutti, ma nessun accordo con i responsabili del disastro di questi ultimi 15 anni”. In una successiva nota il gruppo rincara la dose: “Se volessero realmente aiutare potrebbero cominciare smettendo, una volta per tutte, di accusare noi per il disastro strutturale del bilancio. Non è colpa loro? Bene, ma sono passati più di 20 anni di amministrazione torinese a senso unico; ci dicano, una volta per tutte, chi ha creato questa situazione”. E ancora: “Se il Pd torinese volesse veramente aiutare questa amministrazione e la città, se fosse realmente propositivo e non strumentale all’ennesima potenza, farebbe di tutto per far arrivare i soldi che il governo deve a Torino”.

Questione chiusa, dunque, ma il rischio è che si porti dietro un lungo strascico di polemiche. Su Lo Russo, infatti, ora rischia di abbattersi anche il fuoco amico per una intemerata che molti non hanno apprezzato, a partire dal segretario della federazione subalpina Fabrizio Morri: “Una mano tesa all’Appendino? Quella non è la posizione del Pd” taglia corto il numero uno di via Masserano. La voce che si sta diffondendo in queste ore, infatti, parla di un’ovattata moral suasion esercitata dal palazzo di rimpetto a quello di via Milano che avrebbe portato Lo Russo sui binari di una "ragionevole" concordia istituzionale: “Mettiamo davanti il bene di Torino – sono state le sue parole –. Se Appendino ci vorrà chiamare intorno a un tavolo per discutere delle priorità della città noi siamo pronti a farlo”. Una ricostruzione confermata dalle stesse parole di Sergio Chiamparino, secondo il quale il Patto per Torino “è una sfida costruttiva con cui si può fare un’opposizione proficua innanzitutto per la Città”. “Naturalmente - ha aggiunto- bisogna chiedere ai diretti protagonisti per sapere cosa intendono, ma per come ho percepito io il messaggio mi sembra sia una direzione di marcia giusta sia per chi fa opposizione sia per la città nel suo complesso”. E poi in una sorta di excusatio non petita conclude: “Questo non va confuso con il rapporto istituzionale tra Regione e Comune”.

Un escamotage, neppure troppo sofisticato, quello dell'ex assessore all'Urbanistica di Piero Fassino, che spera(va) così di dare un senso a un'opposizione apparsa troppo ondivaga. E così la “trappola per stanarla” rischia di ritorcersi proprio contro Lo Russo: “Sono stato io a inasprire lo scontro con questa amministrazione – rivendica Morri -. Hanno innescato la retromarcia alla nostra città e non fanno altro che scaricare le loro responsabilità su chi c’era prima. Mi chiedo quale accordo si possa fare con questi signori”. Il segretario della federazione subalpina annuncia un documento che presenterà in direzione fortemente critico nei confronti della Appendino, chiarendo una posizione sin qui altalenante tenuta dal Pd, che in ventiquattr’ore passa da una intransigenza a oltranza al “patto per Torino”.  

Una iniziativa che spiazza ancor di più se arriva da chi, pochi mesi orsono, criticò aspramente Sergio Chiamparino per l’indulgenza dimostrata con la sindaca. Ora un cambio di linea che sa tanto di artificio politicista. Forse chi doveva convincere il governatore si è fatto convincere a sua volta. 

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