POLITICA & GIUSTIZIA

Rimborsopoli, tutti condannati Mazzata a Cota: 1 anno e 7 mesi

Mano pensante dei giudici al processo di Appello per le "spese pazze" dei consiglieri regionali della precedente legislatura. Pena di 11 mesi al neo capogruppo leghista Molinari, 1 anno e 5 mesi al collega Tiramani. Montaruli (FdI): 1 anno e 7 mesi

Sono stati tutti condannati i 25 imputati del processo d’appello, a Torino, per la “Rimborsopoli” degli ex consiglieri regionali del Piemonte. Una sentenza che asseconda le richieste del procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi e ribalta quasi completamente il giudizio di primo grado, del 2016, quando le assoluzioni erano state 15 su 25. All’ex governatore leghista Roberto Cota, che in primo grado nel 2016 era stato assolto, sono stati inflitti un anno e 7 mesi di reclusione. Undici mesi a Riccardo Molinari, oggi capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati. Molinari, che in primo grado era stato assolto, è stato riconosciuto colpevole del peculato di 1.158 euro. Per lui la corte ha anche disposto l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici sospendendola comunque per 12 mesi. Tra i condannati figurano altri due parlamentari: il leghista Paolo Tiramani (1 anno e 5 mesi) e Augusta Montaruli (1 anno e 7 mesi) da qualche mese deputata di Fratelli d'Italia (1 anno e 7 mesi). Record di pena per Michele Giovine, 4 anni e 6 mesi, l'esponente dei Pensionati le cui irregolarità nella presentazione della lista elettorale, oltre a costargli una condanna ormai definitiva, provocarono la caduta del governatore Cota.

Seppur assolti in primo grado sono stati ritenuti colpevoli e condannati a pene variabili  (e in alcuni casi modificate) gli imputati Michele Dell’Utri (1 anno e 6 mesi), Federico Gregorio (1 anno e 5 mesi), Massimo Giordano (1 anno e 6 mesi), Alberto Goffi (1 anno e 5 mesi), Maurizio Lupi (1 anno e 4 mesi) e la figlia Sara (1 anno), Roberto De Magistris (1 anno e 6 mesi), Rosanna Valle (2 anni e 4 mesi), Girolamo La Rocca (1 anno e 6 mesi), Lorenzo Leardi (1 anno e 6 mesi), Massimiliano Motta (2 anni e 2 mesi) e Angelo Burzi (2 anni e 4 mesi).

Confermata la condanna invece per Andrea Stara (1 anno e 10 mesi), Michele Formagnana (1 anno e 10 mesi),  Roberto Tentoni (1 anno e 7 mesi), Alberto Cortopassi (2 anni), Daniele Cantore (1 anno e 8 mesi) e Giovanni Negro (1 anno e 10 mesi).  Sono usciti dal processo, poiché hanno preferito patteggiare, gli ex consiglieri Angiolino Mastrullo (1 anno e 6 mesi) e Rosa Anna Costa (1 anno e nove mesi).

Il processo riguardava l’uso disinvolto dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari nella legislatura 2010-2014 a guida Lega e centrodestra. Cene, pranzi, spese di rappresentanza, trasferte, alberghi, bed and breakfast ma anche acquisti a dir poco stravaganti: giocattoli, tosaerba, bigiotteria, acquisti in negozi di abbigliamento prestigiosi come Olympic a Torino e Marinella a Napoli. Tra le migliaia di scontrini recuperati dalla guardia di finanza nel corso delle indagini ne figurava uno che documentava anche l’acquisto di un libro erotico (che non fu mai contestato formalmente ma che servì ai pubblici ministeri per rendere l’idea). In primo grado il tribunale operò una distinzione certosina tra spese illecite e spese che potevano essere considerate non punibili. La Corte d’Appello, in base a quanto si ricava dal lunghissimo e dettagliatissimo dispositivo, è stata di gran lunga più severa, arrivando non solo a condannare tutti gli imputati ma, in molti casi, ad alzare le pene.

Alla Procura di Torino ora è aperto il filone che riguarda la legislatura precedente, a maggioranza di centrosinistra della presidente Mercedes Bresso. Nelle scorse settimane sono stati inviati una cinquantina di inviti a comparire. Sarà una lotta contro il tempo per evitare la prescrizione.

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