GIUSTIZIA

Cambio al vertice in Procura, Spataro va in pensione

Il procuratore capo di Torino lascia per sopraggiunti limiti di età. Lo ha deliberato il Csm. Resterà al suo posto fino a dicembre, ma è già iniziata la corsa alla successione. Papabili i "foresti" Petralia e Spiezia. Tra gli interni: Borgia, Loreto e Ferrando. E, forse, Saluzzo

Lascia la magistratura Armando Spataro il procuratore di Torino, che ha legato il suo nome alle inchieste sul terrorismo durante gli Anni di piombo e a quella sul sequestro di Abu Omar. Oggi il Csm ha deliberato il suo collocamento a riposo per raggiunti limiti di età, anche se il pensionamento scatterà nel dicembre prossimo. Nato a Taranto nel 1948, Spataro ha lavorato per un tempo lunghissimo alla procura di Milano, dove è arrivato nel 1976, occupandosi in una prima fase di sequestri di persona, poi del terrorismo di sinistra. A Milano ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia, e dal 2003 ha coordinato da procuratore aggiunto il pool anti-terrorismo. È stato in quel periodo che con il collega Ferdinando Pomarici, si è occupato dell'inchiesta su Abu Omar, che ha coinvolto uomini della Cia e del Sismi.

Nominato procuratore di Torino nel giugno del 2014, Spataro sta coordinando l’inchiesta che sta cercando di far luce sulla catena di responsabilità cui sono collegati i fatti tragici della finale di Champions League: la morte di Erika Pioletti e oltre 1500 feriti. Tra le sue ultime iniziative c’è anche la sollecitazione al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di prendere posizione su una richiesta di autorizzazione a procedere contro il vice premier Matteo Salvini che risale al 2016 per vilipendio dell'ordine giudiziario. Allora in un comizio l'attuale titolare del Viminale aveva parlato di "magistratura schifezza".

È stato anche componente del Csm dal 1998 al 2002 e segretario del Movimento per la giustizia, una delle correnti di sinistra della magistratura. Nel dibattito che ha preceduto il voto, tanti consiglieri lo hanno definito un esempio per gli altri magistrati. E ne hanno evidenziato la grande statura professionale e umana, il coraggio, la coerenza e il suo “non conformismo”, l’umiltà e la sua generosità nei confronti dei colleghi più giovani. Anche il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio lo ha definito un modello per i pm, “timoroso di nulla”, ma consapevole dei limiti del suo ruolo. Un saluto affettuoso a Spataro è arrivato dal vice presidente Giovanni Legnini, che lo ha definito “una delle migliori espressioni della magistratura italiana”.

Alla successione puntano in tanti, dentro e fuori dal Palazzo di Giustizia torinese. Tra i “foresti” i rumors di Palazzo dei Marescialli danno per favorito Bernardo Petralia, 65 anni, attuale procuratore generale di Reggio Calabria. Papabili pure Filippo Spiezia, 55 anni, vicepresidente di Eurojust, l’agenzia Ue che coordina la lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera. Soluzioni nostrane sarebbero Paolo Borgna, procuratore aggiunto vicario, esperto di criminalità organizzata e immigrazione, Anna Maria Loreto, corvée nella direzione distrettuale antimafia (la “cocca” dell’ex pg Marcello Maddalena) e Giuseppe Ferrando, da cinque anni procuratore di Ivrea, ma prima, a Torino, titolare di inchieste di punta sulle tangenti (per la costruzione delle Gru) e per le mazzette nelle camere mortuarie delle Molinette. Lo stesso procuratore generale Francesco Saluzzo non ha escluso di presentare domanda. Chissà. Toccherà alla quinta commissione del Csm districarsi tra curricula e appartenenze correntizie.

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