Salone Libro: fornitori, siamo noi il futuro della buchmesse

"Chiediamo ufficialmente alle fondazioni bancarie la possibilità di illustrare il lavoro preparatorio che abbiamo completato per valutare insieme la possibilità di mettere a sistema tutte le risorse possibili e costruire un'offerta che permetta al Salone di rimanere a Torino, in mani torinesi e non si corra il rischio di perderlo in favore di enti fieristici di altre città". Lo affermano i fornitori e i creditori del Salone del Libro in una lettera aperta inviata alle istituzioni locali e ai responsabili della manifestazione torinese, in cui fanno riferimento all'asta per il marchio. "Sono mesi - spiegano - che stiamo lavorando e abbiamo steso un business plan credibile, per mettere in sicurezza la manifestazione dal punto di vista economico, utilizzando il know how che è in mano alle nostre aziende". "C'è una liquidazione in corso - osservano - e speculare sul futuro della manifestazione significa in una certa misura giocare con i soldi dovuti alle nostre aziende, e di conseguenza giocare con le nostre vite, le nostre famiglie e le famiglie di tutti i nostri collaboratori". Secondo fornitori e creditori, "gli enti pubblici non sono più in grado di gestire il Salone. Non possono farlo direttamente, e neppure possono farlo i loro enti strumentali. Non hanno la possibilità di gestire una fiera complessa con le logiche e l'agilità del privato. E non possono competere dal punto di vista commerciale".  

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