PERSONAGGI

Grillo e Petrini i due paraguri

Il fondatore di Slow Food e quello del Movimento 5 stelle insieme a Torino tra gli stand del Salone del gusto. Entrambi si sentono investiti di un compito messianico: salvare il mondo tornando indietro. Ecco perché si cercano e si piacciono assai

C’è anche Beppe Grillo tra i numerosi visitatori che questa mattina affollano gli stand, a Torino, di Terra Madre e del Salone del Gusto. Il garante del Movimento 5 Stelle ha visitato la kermesse accompagnato da Carlo Petrini e Daniele Buttignol, fondatore e direttore generale di Slow Food. “Sono favorevole all’idea delle botteghe”, ha detto l’ex comico, rispondendo ad una sollecitazione di Petrini che proprio ieri aveva lanciato l’idea di recuperare le botteghe della tradizione. Seduto ad un tavolo dello stand dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Grillo ha anche assaggiato alcuni prodotti presenti alla manifestazione e ha salutato i delegati di Terra Madre provenienti da tutto il mondo.

I due sono sotto molti aspetti simili, per la comune vocazione a sentirsi dei guru. Definito in un memorabile libro di Alessandro Trocino (Popstar della cultura) «gastrofighetto», il braidese Carilindalla militanza nella sinistra è finito a difendere il sogno di una natura incontaminata e nutriente, di campagna, nostra, e quasi eroica nel suo scontro con la produzione industriale. Un sogno che gli ha fruttato un marchio, Slow Food, e un discreto successo economico. Lo vicenda di Petrini è importate perché mette in luce un vizio antico e pericoloso: la nostalgia del passato. Una trappola anti-storica che passa per le vie del gusto e arriva a forme di protezionismo alimentare reazionarie, (e appoggiate dalla Lega). Petrini è l'esempio di una parabola esemplare. Non è l'uomo «del radicchio nello spazio» quanto quello che propone il bando dell'ananas, in nome di una cultura campagnola inesistente e mai esistita, ma di sicuro appeal, almeno per tutti quelli che possono permetterselo. Un vizio pericoloso perché anti-moderno e superficiale. Legato alla rinuncia al presente e alla rassegnazione nei confronti del futuro, dal quale non può venire nulla di buono.

Grillo che ha proseguito la visita accompagnato da Chiara Appendino, le ha fatto i complimenti per come sta amministrando Torino. Nel ringraziarlo, la sindaca gli ha ricordato che, essendo già stata consigliera, al termine del mandato non potrà ripresentarsi alle elezioni per la regola interna al movimento che impedisce il terzo mandato. “Facciamo una legge apposta, facciamo la legge Appendino!”, le ha detto Grillo, a cui Appendino ha risposto sorridendo “no, no, nessuna legge Appendino”.

print_icon