VERSO IL 2019

Forza Italia, avanti un'altra

Tra Cirio e Porchietto spunta pure la Ruffino. Una manovra studiata da Napoli per mettersi di traverso alla candidatura dell'ex assessora, invisa alla vecchia corte berlusconiana. Beghe da cortile che potrebbero favorire un colpo di mano della Lega

Se in omaggio all’antica reclame, Cirio (Alberto) volesse conservare il posto al parlamento europeo, si rassegni chi pensa di sedere capotavola al suo posto nella futura giunta regionale di centrodestra. Il messaggio lo impiatta e lo serve ruvidamente la deputata azzurra Daniela Ruffino. Se poi ci scappa uno schizzo di pummarola sul tailleur della collega Claudia Porchietto, che sarà mai. Anzi.

Già, perché la sortita dell’ex sindaco di Giaveno ha una destinataria precisa: l’ex assessore regionale, oggi parlamentare, da mesi e tuttora in predicato, insieme all’eurodeputato di Alba, per la candidatura alla presidenza della Regione.

Scenario, in verità, divergente da quello che Ruffino descrive per arrivare al proposito di candidarsi lei stessa, nel caso Cirio decidesse di ritentare, con tutte le garanzie del caso, un secondo mandato europeo. "Il tavolo nazionale del centrodestra, giovedì 20 settembre a Palazzo Grazioli, ha provveduto ad una candidatura condivisa per la presidenza del Piemonte nella persona di Alberto Cirio e credo convintamente sia la scelta giusta” spiega in una nota la deputata da tempo in solido ticket con il collega (sia come ex sindaco, sia come deputato) Osvaldo Napoli, il cui rapporto con la Porchietto è, come dire?, l’opposto di un feeling. Ma questo è un altro aspetto, non certo secondario, della questione.

Che già in premessa sembra non quagliare del tutto con la versione ufficiale del tormentato cammino verso la definizione del candidato del centrodestra per la presidenza del Piemonte. Se, come ricorda Ruffino, il tavolo nazionale ha già deciso non si comprende perché la notizia non sia stata ufficializzata e gli stessi endorsement nei confronti del politico albese, a partire da quello del presidente del palamento europeo Antonio Tajani, siano sempre cautamente declinati con il condizionale.

Ma tant’è. L’unica eventualità, secondo la Ruffino, che Cirio non corra per la Regione è data dall’alternativa europea. Che aprirebbe le porte all’(auto)candidatura dell’ex prima cittadina di Giaveno e poi consigliera regionale: “Se poi Cirio dovesse decidere di voler continuare a rappresentare il Piemonte a Bruxelles, io sono pronta a dare la mia disponibilità per questa sfida”. Porte aperte per lei, ma non solo. Per chiuderle alla Porchietto, come appare fin troppo evidente a chiunque segua anche distrattamente le vicende dei forzisti piemontesi, Ruffino allarga a “tutti i militanti” la possibilità di essere candidabili: ”possono e devono ritenersi”, implicitamente a prescindere dalle qualità e dall’indispensabile consenso degli elettori.

 "Non rivendico nessuna investitura, né pretendo primogeniture – precisa la deputata  –. Dico soltanto che in assenza di una candidatura universalmente riconosciuta e apprezzata come quella di Cirio, si andrà inevitabilmente verso un riallineamento di tutte le altre opzioni, compresa la mia, poiché  ritengo di avere i requisiti, anche per dare risposte alle sollecitazioni che da tempo arrivano dalla base di Forza Italia e dagli amministratori locali, dalle associazioni, dai cittadini”. E dunque semmai l’europarlamentare dovesse nuovamente imboccare la strada per Bruxelles, per decisione sua o di Arcore, secondo la Ruffino “sarà necessario un conclave di Forza Italia prima e della coalizione del centrodestra poi. E, come insegna la storia, nei conclavi non si entra già Papa senza correre il rischio di uscire cardinale". E, oplà, un bello schizzo di sugo di pomodoro sul vestito bianco della papessa. Tiè.

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