VERSO IL 2019

La carta (segreta) della Lega: un "lombardo" per il Piemonte

Di fronte al traccheggio di Forza Italia e ai guai giudiziari di Cirio il Carroccio prepara il piano b: la candidatura a governatore di Gusmeroli, sindaco di Arona e neo deputato, ma soprattutto legato a Giorgetti, entrambi commercialisti e varesini

Il piano b della Lega per la riconquista del Piemonte non prevede la presidenza della Regione al partito di B. Pacta sunt servanda e, in verità, il Carroccio non ha finora messo in discussione quanto stabilito a suo tempo, ovvero a Forza Italia la guida dell’ultima regione del Nord ancora amministrata dal centrosinistra verso la cui riappropriazione politica il centrodestra naviga con il vento salviniano in poppa. E quando ha lasciato intendere di essere pronta ed in grado ad andare da sola, la Lega lo ha fatto per riportare nei ranghi quei parlamentari azzurri un po’ troppo critici verso il Governo.

Adesso, però, tutto sta prendendo una piega diversa e se quel patto ormai sembra scritto sulla sabbia non è colpa loro – come osservano fonti qualificate del Carroccio – ma di una situazione complicata che i forzisti sembrano sempre più in difficoltà a risolvere e, in alcuni casi, neppure potrebbero farlo. La difficoltà principale, l’ostacolo vanamente descritto dai berluscones piemontesi come ininfluente sul cammino verso il palazzo di piazza Castello, ha il nome e il cognome di colui che da mesi, viene indicato come il candidato in pectore: Alberto Cirio.

L’europarlamentare di Alba, già assessore al Turismo nella giunta di Roberto Cota, ha tutte le carte in regola, sia sotto il profilo politico sia dal punto di vista dell’esperienza amministrativa per non dire del consenso confermato proprio dalle preferenze che lo hanno portato nel 2014 a Bruxelles e gode pure di grande stima nel Carroccio salviniano dov'è visto come uno dei forzisti più leghisti (anche virtù delle lontane origini).

Sono, però, altre carte ad aver indotto i massimi livelli nazionali della Lega a una profonda riflessione, conseguenza della quale sarebbe proprio il piano b, ovvero una candidatura del Carroccio per la presidenza. Le carte della Procura della Repubblica relative all’indagine Rimborsopoli bis nella quale l’europarlamentare è finito per 30mila euro di spese ritenute dai magistrati non congrue, potrebbero condurre a una condanna sia pure in primo grado, ma sufficiente a far scattare gli effetti della legge Severino, con l’inibizione dalla carica elettiva. Un rischio remoto, secondo gli azzurri e, in primis, il diretto interessato che, naturalmente confida di dimostrare la propria correttezza. Remoto finché si vuole, ma immanente e per nulla trascurabile per chi non vuole certo inciampare lungo una strada che si presenta tutta in discesa.

Le quotazioni di Cirio, alla Borsa del Carroccio, sono date in calo forte e costante. Tanto da aver già fatto arrivare messaggi sempre più chiari all’alleato forzista che, però, non ha una soluzione alternativa. O meglio, la maggioranza della dirigenza e della pattuglia parlamentare azzurra (che poi coincidono) è tutt’altro che disponibile a prenderla in considerazione. La deputata Claudia Porchietto, l’altro nome della coppia di candidabili, paga il non celato ostracismo di buona parte dei colleghi, cui si aggiunge un clima glaciale da parte dei vertici piemontesi della Lega, ad incominciare dal segretario regionale (nonché capogruppo a Montecitorio) Riccardo Molinari, corroborato nella sua linea da non trascurate opinioni di influenti consigliori novaresi.

E proprio in quella direzione, verso la provincia più lombarda del Piemonte, va il piano b. Alberto Gusmeroli, 57 anni, lombardo lo è di nascita (Varese), ma è cresciuto ad Arona di cui è sindaco dal 2010, mentre dallo scorso 5 marzo è anche deputato di quella Lega in cui milita da anni. È lui, amico dell’eminenza verde e dominus di Palazzo Chigi sul fronte leghista Giancarlo Giorgetti, l’uomo del piano b, pronto per essere messo in campo contro Sergio Chiamparino (dopo i vani tentativi di corteggiamento nei confronti del presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli che vanta una ormai lontana militanzaa leghista) se la situazione all’interno di Forza Italia e nel rapporto con l’azionista di maggioranza del centrodestra non troverà una soluzione a favore del partito di Berlusconi, o quel che ne resta.

Senza sminuirne affatto il valore, ma la carica di sindaco della località lacustre è solo un tratteggio del ritratto di una figura come quella di Gusmeroli, non proprio sotto i riflettori come altri politici del Carroccio piemontese, ma non per questo dal curriculum professionale breve e dal peso leggero nelle dinamiche della politica e dei centri di potere. Dopo la laurea in Economia conseguita all’Università di Pavia, per il commercialista si avvia un brillante percorso fatto di incarichi e consulenze nel pubblico come nel privato, in Piemonte e più ancora in Lombardia con non pochi ruoli di rilevanza nazionale: revisore in molti Comuni, un lungo elenco di collegi sindacali tra cui quelli di Bancoposta Sgr, Enel Energia, Enel Retegas, Enel Greenpower, Aspem di Varese, Alpe Adria di Udine e molte altri ancora. Consulente in fusioni e riorganizzazioni di importanti aziende, è stato anche componente del Comitato di controllo del Consiglio regionale della Lombardia.

Una regione quest’ultima molto presente nell’attività di Gusmeroli, un legame forte come quello con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,Giorgetti, pure lui di Varese. E nella cui stanza è arrivato, da giorni ormai, il caso Cirio e dove sarebbe stato fatto il nome del leghista più lombardo per la guida del Piemonte.

print_icon