RETROSCENA

Appendino "delusa" da Di Maio

In un incontro conviviale la sindaca confida la sua amarezza sull'epilogo olimpico. Sperava molto di più da un governo "amico". E di fronte agli stakeholder di Torino allontana l'ipotesi di un rimpasto in giunta e indica come problema i consiglieri grillini

Attaccata da destra e da sinistra, in balia della sua stessa maggioranza e “non sostenuta dai miei al governo”. Quando si sente al sicuro, tra gli stakeholder di Torino, prima di accomodarsi al banchetto organizzato in occasione del roadshow di Unicredit alle Ogr, Chiara Appendino si lascia andare e capita addirittura che le scappi qualche confessione altrimenti inconfessabile, per lei così diffidente più che riservata. Magari le parole sono state altre, ma il senso è inequivocabile: si è sentita “scaricata” nella corsa alle Olimpiadi, da un governo che doveva esserle amico, ma che finora, a parte tante solenni dichiarazioni d’intenti e vibranti incoraggiamenti, vicino non lo è mai stato. Si aspettava di più, in particolare dalla folta pattuglia pentastellata che presidia ogni dicastero, dal vicepremier Luigi Di Maio in giù.

Un’amara confidenza raccolta da almeno un paio dei partecipanti all’Unicredit 4 Growth progetto promosso dall’istituto di Jean Pierre Mustier per affiancare e sostenere 70 imprese italiane in questa fase di passaggio e di grandi trasformazioni tecnologiche e sociali.

Tra i presenti c’era buona parte dell’establishment subalpino, dal presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte, al numero uno degli industriali Dario Gallina, dal vertice della Fondazione Crt Giovanni Quaglia alla vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli e poi l’imprenditore Paolo Damilano, l’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti con la consorte, il notaio Caterina Bima, il professore Mario Calderini, docente al Politecnico di Milano ed ex presidente di Finpiemonte, la deputata di Forza Italia Claudia Porchietto. Insomma, un parterre de rois che – esclusi gli esponenti politici – le aveva firmato una cambiale in bianco, in nome di un cambiamento che la città bramava da anni. Ora il clima è cambiato, sta per scivolare giù da quel palmo di mano su cui è stata portata dal giorno della sua elezione, e lei una certa freddezza attorno la sente. Forse anche per questo si è sbottonata più del solito, ammettendo le tante difficoltà.

Non solo quelle nel rapportarsi con i vertici romani: la prima cittadina ha parlato anche delle tensioni in seno alla sua maggioranza; e a chi le ha chiesto conto di un futuro, possibile, ritocchino alla squadra di governo lo ha escluso: “Il mio problema, in questo momento è il Consiglio, non la Giunta” ha detto, prima di congedarsi lasciando intendere un giudizio non propriamente entusiastico su Giorgio Bertola, il candidato designato a sfidare Sergio Chiamparino e il centrodestra alle regionali del prossimo anno. Lei, domani, all’incoronazione ufficiale davanti a Davide Casaleggio non ci sarà: dopo aver cercato a lungo un’alternativa da contrapporgli diserterà la cerimonia per partecipare a una lezione/intervista alla scuola di Pragmatica Politica dell’Università Pavia. Pragmatica, appunto.

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