ANTISFASCISMO

"Pronto a denunciare il Governo", Foietta prepara lo scontro finale

Il commissario Tav pensa di chiamare il premier Conte il ministro dei Trasporti a rispondere di omissione di atti d'ufficio. "Mi impediscono di svolgere l'incarico". Replica Toninelli: "Si rassereni e vada tranquillo verso la fine, imminente, del suo mandato"

La settimana prossima il commissario governativo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, invierà al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e renderà pubblici, i risultati di uno studio tecnico redatto da alcuni esperti con dati aggiornati sulla realizzazione della linea ad alta capacità; ma, a quanto pare, potrebbe anche decidere di denunciare il premier Giuseppe Conte e il ministro Danilo Toninelli per omissione di atti d’ufficio a causa delle mancate risposte alle “reiterate mail pec” con cui, negli ultimi mesi, ha chiesto un confronto sui temi di sua competenza.

“Sono stato nominato dal Presidente della Repubblica per ricevere indirizzi dal presidente del Consiglio e dal Ministro delle Infrastrutture, ai quali rispondo direttamente”, spiega Foietta all’Agi a margine di un dibattito sulle infrastrutture organizzato a Verbania dalle liste civiche di centrosinistra di Lombardia, Piemonte e Liguria. “Li chiamerò a rispondere anche dal punto di vista formale - aggiunge - per questa mancanza di confronto. Sono pagato dallo Stato italiano per fare un lavoro che mi viene impedito di fare, e in assenza di nuovi indirizzi continuo a procedere in base a quelli che ho ricevuto dal precedente Governo. Mi trovo in una situazione paradossale, che è difficile spiegare ai francesi...”. Foietta sta anche pensando di scrivere a Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire. “In attesa di una convocazione dal Mit - conclude - andrò in giro in tutte le sedi a dire alla gente quello che il Governo non vuole che gli riferisca direttamente”, cioè, che la Torino-Lione non si può fermare.

Alle affermazioni di Foietta replica, con un tweet, Toninelli: “Si rassereni e vada tranquillo verso la fine, imminente, del suo mandato. Stiamo per completare sul Tav un’analisi costi-benefici finalmente oggettiva, così da indirizzare i soldi dei cittadini verso le vere priorità infrastrutturali del Paese”. Qualche ora prima, sulla vicenda, era intervenuto anche il vicepremier e biministro Luigi Di Maio: “Siamo contrari da sempre, è nel contratto. Nessuno del governo credo abbia intenzione di foraggiarla”, ha spiegato ai giornalisti nel corso di una visita a Scordia, nel Catanese, dando una sorta di copertura politica all’iniziativa dei grillini di Torino che nel Consiglio comunale di lunedì metteranno ai voti una mozione che impegna la giunta a intervenire sul governo perché sospenda “qualunque operazione indirizzata all’avanzamento dell’opera”. Alla discussione non ci sarà la sindaca, Chiara Appendino, a Dubai per cercare di attrarre nuovi investitori a Torino, che però oggi ha ribadito il suo pensiero: “Siamo sempre stati contrari alla Tav, ora la decisione spetta al governo e spero si arrivi in fretta a una conclusione”. Posizione che ha scatenato l’ennesima reprimenda di Sergio Chiamparino: “Che la città di Torino, uno dei due poli della connessione con Lione, dica no al collegamento con la Francia mi sembra una bestemmia”, tuona il governatore, che mette da parte la collaborazione istituzionale più volte offerta alla sindaca pentastellata. “Trovo assurdo - sottolinea - che si voti un documento di quella importanza senza chi rappresenta la Città ai massimi livelli”.

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