GRANDI OPERE

Terzo Valico, cade la testa di Rettighieri

Il governo fa decadere il commissario straordinario del Cociv: il primo scalpo offerto dai grillini al popolo dei No. Con il destino già segnato di Foietta, dell'Osservatorio sulla Torino-Lione, l'unico ancora in sella è Virano. Chissà per quanto

Come annunciato dallo Spiffero Marco Rettighieri non è più l’amministratore straordinario del Cociv, il Consorzio che ha il compito di realizzare il Terzo Valico ferroviario tra Liguria e Piemonte e in particolare tra Genova e Novi Ligure. La decisione del ministro Danilo Toninelli arriva con un mese e mezzo di anticipo rispetto al termine dell’incarico.

La decisione è stata notificata con un decreto del Prefetto di Roma, lo stesso che lo aveva nominato nel marzo 2017 dopo le inchieste delle procure di Roma e Genova su corruzione e malaffare che aveva coinvolto gli allora vertici di Cociv. Di fatto è stato quindi il governo a far decadere Rettighieri, e la vicenda rischia di scatenare una nuova ridda di polemiche sulla grande opera infrastrutturale, anche in seno alla stessa maggioranza che sostiene il governo.

Ingegnere, 55 anni, Rettighieri è un Mister Wolf, uno che risolve i problemi anche se questo non a tutti piace. Nel 2015 sostituì il direttore dei cantieri per l’Expo Milano dopo essere stato alla guida di un altro cantiere, quello della Tav di Chiomonte, e andando a ritroso il suo è un curriculum prestigioso e costellato da missioni complesse. Il manager che in Valsusa era riuscito velocizzare gli appalti affidando i controlli delle ditte a un gruppo interforze specializzato nelle verifiche antimafia, approderà anche nella Capitale. Il prefetto Francesco Paolo Tronca, commissario dopo la fine della Giunta di Ignazio Marino, lo chiama a dirigere l’Atac, la disastrata azienda dei trasporti e lui incomincia ad aprirne i cassetti e rivolgersi alla Procura, ovviamente facendosi parecchi nemici.

Nel giugno del 2016 Virginia Raggi diventa sindaco, Rettighieri si dimette a settembre e in una lettera spiega le ragioni, una su tutte: le ingerenze di alcuni componenti della Giunta capitolina. Insomma con i grillini non è certo amore.

È un altro prefetto, sempre di Roma, a firmare nel marzo del 2017 il decreto di nomina di Rettighieri quale amministratore straordinario del general contractor per il Terzo Valico, travolto dall’inchiesta della magistratura. Anche in questo caso il piglio e lo stile di lavoro si vede subito: per fare una gara, chiude i membri della commissione in una stanza di albergo controllata con le telecamere a circuito chiuso. L’incarico gli verrà prorogato fino al 15 gennaio del 2019, così come richiesto dai governatori di Piemonte, Sergio Chiamparino e Liguria, Giovanni Toti.

A questo punto, con il destino ormai segnato del commissario di governo Paolo Foietta e la risoluzione del  rapporto di Rettighieri, l’unico della “vecchia guardia” delle infrastrutture a rimanere in sella è Mario Virano, direttore generale di Telt. Ancora per quanto?