CONGRESSO DEM

Primarie Pd, tonfo di Marino: candidato renziano al 41%

I gazebo non designano il leader del partito piemontese, deciderà l'assemblea. Lepri boccia il senatore torinese: "Non potrà essere lui". Furia, secondo, sfonda a Torino città e si prende pure Verbania e Vercelli. Bene Canalis. Hanno votato in 13mila - RISULTATI DEFINITIVI

Doveva essere un trionfo, è stato un tonfo. Mauro Maria Marino, il candidato renziano alle primarie del Pd piemontese, non ce la fa a sfondare la soglia del 50 per cento più uno delle preferenze e ora dovrà passare per le forche caudine dell’assemblea per ottenere un’incoronazione tutt’altro che scontata. Exploit del candidato della sinistra dem Paolo Furia a Torino, mentre Monica Canalis (vicina alla mozione Martina) tiene anche fuori dal capoluogo intercettando buona parte dell’elettorato cattolico. E' stata una Caporetto per il candidato designato direttamente dal Giglio Magico, superato a "Torino città" dal biellese Furia che conquista, oltre alla sua provincia, anche quelle di Verbania e Vercelli. Si sono recati ai gazebo 13.077 persone in tutta la regione: Marino ha ottenuto 41,52%, Furia il 35,97% e Canalis il 22,51%.  

Un risultato sul quale hanno inciso certamente le incertezze legate al futuro dei renziani nel Pd e pure una certa freddezza di buona parte dei maggiorenti locali rispetto a un nome che non ha mai scaldato i cuori e anzi è stato vissuto dai più come una imposizione dall'alto. Come altrimenti spiegare l'esito del voto a Verbania dove il deputato Enrico Borghi e il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna hanno ufficialmente dichiarato di votare Marino, senza però orientare il voto di una provincia che ha scelto in massa Furia (232 voti su 414, mentre il senatore torinese si è fermato a 97). 

Marino non riesce a vincere neanche nel suo seggio, a San Salvario, dove su 177 votanti Furia ottiene 75 preferenze contro le 73 del parlamentare renziano. Funziona, invece, il proselitismo dei maggiorenti vicini al candidato della sinistra “zingarettiana”, come dimostra un seggio nella Circoscrizione II di Torino, feudo incontrastato di Andrea Stara, dove ottiene 117 voti su 179. Significativo il risultato anche della cintura rossa di Torino, quella formata dai comuni di Collegno, Grugliasco, Rivoli, Venaria, Druento, Beinasco, Rivalta, Orbassano, Pianezza, Alpignano e Bruino. Qui Furia ottiene 433 preferenze, pari al 44,7%, davanti a Marino (274 preferenze, 28,3%) e Canalis (260,  26,9%). Marino tiene nell’area metropolitana di Torino solo grazie all’hinterland Sud. A Nichelino, dove non amministra un sindaco eletto nel Pd, sono ben 470 gli elettori di cui 328 dalla parte del parlamentare torinese che va alla grande anche a Moncalieri dove prende 167 voti su 210.

Non sono mancate mobilitazioni "straordinarie" in seggi relativamente piccoli come Bardonecchia, dove sono andate a votare 89 persone, di cui 81 per Marino, o a Ceres (131 votanti, 116 per Marino) o ancora a Locana (102 voti, 101 per Marino).  

Da segnalare la prova eclatante del deputato Stefano Lepri, main sponsor di Canalis che, quando lo spoglio non è ancora terminato dichiara: “Marino era sostenuto dalla maggioranza dei parlamentari e consiglieri regionali, gran parte dell'establishment del partito, questo risultato certifica che non ci sono le condizioni perché lui faccia il segretario”. Parole che dimostrano come l'esito dell'assemblea resti quanto mai incerto: in assenza di un accordo si procederà al ballottaggio tra i primi due, cioè Marino e Furia. Saranno decisivi i circa 400 delegati così suddivisi: 164 eletti nelle liste di Marino, 146 in quelle di Furia e 89 con Canalis (12 quelli non assegnati). 

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