PALAZZO CIVICO

Appendino fa gli scongiuri: "Non cadrò certo sulla Tav"

Sulla Torino-Lione la sindaca sposa la linea del Governo ("Sta rispettando gli impegni") e assicura che qualsiasi decisione verrà presa non avrà effetti sulla tenuta della sua maggioranza. Ma una fronda interna ai Cinquestelle si sta organizzando

“Porterò a termine il mio mandato, ve lo assicuro. Sono due anni e mezzo che, ogni mese, qualcuno mi chiede se cade il sindaco o se cade la maggioranza”. Chiara Appendino incrocia le dita e sebbene ostenti ottimismo non riesce a celare del tutto la preoccupazione che un’eventuale via libera alla Tav da parte del governo gialloverde possa mettere a repentaglio la sua amministrazione. E ha ragione, visto che più di un segnale di nervosismo si sta manifestando in queste ore nella compagine pentastellata della Sala rossa. Degli attuali 23 grillini che compongono la maggioranza, sarebbero almeno una decina i consiglieri pronti a dar seguito al proprio dissenso fino alle estreme conseguenze, l’uscita dal gruppo M5s e la conseguente crisi politica. Uno spettro che la sindaca oggi, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, ha tentato di esorcizzare scaricando la patata bollente nelle mani dell’esecutivo nazionale.

Sulla Torino-Lione il governo sta “rispettando gli impegni presi”, ha affermato ripetendo come una mantra la solita tiritera: “Il premier Conte ha detto che una decisione sarà presa prima delle elezioni europee - ma anche che l’analisi costi benefici arriverà a giorni e poi partirà dialogo con territorio, come credo sia corretto. Quindi ha ribadito – si sta rispettando quanto detto”. Per Appendino, comunque, “la priorità è rendere pubblica l’analisi dei costi e benefici sia dell’opera che degli aspetti giuridici sulla quale si aprirà un dibattito, alla luce di dati oggettivi, che auspico in tempi celeri”. Quanto all’eventualità' che il cantiere di Chiomonte venga subito chiuso, qualora l’esame dia esito negativo, Appendino se ne lava le mani, osservando che la scelta “spetterà al governo nei limiti dei poteri che può attuare. L'importante – ha concluso – che l’analisi venga pubblicata e che ci sia un dibattito sul territorio che coinvolga tutte le componenti e ci permetta di uscire dallo stallo degli ultimi mesi, in cui le posizioni si sono ormai arroccate. Quindi ci vorrà qualche mese poi verrà fatta la scelta definitiva”.

Nel frattempo, la sindaca ritiene “assolutamente coerente che venga chiuso” l’Osservatorio. “La città di Torino – ha ricordato Appendino – è uscita due anni fa perché non lo ritenevamo utile, molto prima di queste dinamiche politiche”. Parole che hanno scatenato l’immediata reazione di Corrado Alberto, presidente di Api Torino e portavoce del cartello di associazioni datoriali che hanno dato vita alle manifestazioni Sì Tav: “Come due anni fa siamo sbalorditi di fronte a chi non vuole capire l’utilità dell’Osservatorio che è stato, è oggi e deve rimanere domani il luogo di confronto sulla Torino-Lione”, scrive in una nota il leader della piccola e media impresa. “Se l’attuale Giunta della Città di Torino ha ritenuto due anni fa di uscire dall’Osservatorio, che ne resti ancora fuori invece di chiederne la chiusura. Ribadiamo un fatto: in democrazia ci si confronta anche duramente, ma si dialoga: voler abolire i luoghi del dialogo, è un atteggiamento antidemocratico che non fa onore a nessuno, tantomeno a chi governa una città come Torino”. Quanto alla volontà espressa dal premier Giuseppe Conte di visitare il cantiere, il presidente di Api sottolinea: “Le 33 associazioni che rappresentano il sistema della produzione e del lavoro a Torino e in Piemonte, hanno invitato da tempo il premier: aspettiamo di sapere quando accoglierà il nostro invito. Credo però sia opportuno che anche la sindaca visiti il cantiere per rendersi conto dell’impegno e della professionalità di chi vi lavora”.

Appendino ha poi tracciato un bilancio dell’anno guardando alle cose fatte e a quelle da fare “per una città partecipata, vivibile, dinamica e solidale” Per la sindaca “siamo di fronte a importanti miglioramenti che interesseranno tutta Torino e sui quali non smetteremo di spenderci”. E si è soffermata citando il caso dell’ex Moi che, ha evidenziato, “ha tutti gli ingredienti di cosa significa essere solidali. Dal 2013 al 2016 – ha aggiunto – non era stato fatto nulla, noi avevamo preso un impegno e lo stiamo rispettando con interventi che mettono al centro le persone che ci vivono ma garantiscono anche i diritti dei residenti”. Fra i temi affrontati nell’incontro con i giornalisti le infrastrutture, come la linea 2 della Metro, “sulla quale stiamo andando veloce e riusciremo a inserirci nella finestra di settembre per i finanziamenti”, ma anche l’ambiente e la raccolta rifiuti, “con un aumento del 2,47% della differenziata per la quale confermiamo l’obiettivo di mandato di arrivare al 65%”. Appendino ha poi ricordato che il 2019 “sarà l’anno in cui arriveranno i nuovi mezzi Gtt” mentre sul fronte della cultura ha osservato che “abbiamo passato i primi due anni a mettere le fondamenta per non far crollare le case. Ora, grazie al lavoro congiunto con le altre istituzioni, siamo riusciti a ridisegnare il modello della Fondazione Torino Musei e finalmente si potrà parlare di cultura e non di finanze. Il 2019 sarà l’anno del Regio a cui daremo una prospettiva nuova per poter tornare a parlare, anche qui, non solo di bilanci ma di produzione”. Infine, i festeggiamenti e gli auguri. “Questo è un Capodanno magico e l’idea è di regalare una magia in modo tale che ciascun torinese possa vedere un suo sogno realizzato”, ha concluso la sindaca. “Che il 2019 – è stato il suo augurio ai torinesi – sia un anno pieno di speranza e ottimismo”.

QUI IL BILANCIO DI FINE ANNO

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