CONGRESSO PD

Giachetti fa breccia tra i renziani

La base dem premia l'ex radicale nella prima conta tra gli iscritti ad Alessandria. Molti maggiorenti lasciano la mozione Martina, dove Lotti medita la presentazione di una lista dei seguaci dell'ex premier. Ascani a Torino nel week end

A giudicare dai primi, parzialissimi, risultati del voto degli iscritti, Roberto Giachetti, candidato apocrifo renziano – nel senso che ufficialmente gli uomini dell’ex premier sostengono Maurizio Martina – sarà qualcosa più che un outsider. Si sono aperte in questi giorni le cosiddette convenzioni dei circoli Pd, primo passaggio della cavalcata congressuale che culminerà con la pronuncia di elettori e militanti nelle primarie aperte del 3 marzo, e non sono mancate sorprese, a partire dal Piemonte. Ad Alessandria, per esempio, su 179 votanti, l’ex radicale ha ottenuto 90 preferenze (il 50,3 per cento), rispetto alle 61 di Nicola Zingaretti e alle 26 di Martina (una a testa per Francesco Boccia e Maria Saladino). È vero che nel capoluogo mandrogno Giachetti può contare su un supporter prestigioso come l’ex viceministro dell’Economia Enrico Morando, ma basta questo per giustificare l’exploit? Venerdì si è svolta la consultazione nella sezione del quartiere Santa Rita di Torino, feudo di Andrea Stara, schierato con Zingaretti, e pure lì Giachetti si è fatto rispettare con un lusinghiero 15 per cento. Uscendo dai confini regionali, come interpretare il plebiscito ottenuto a Rignano sull’Arno, la città di Matteo Renzi, dove l’ex candidato sindaco di Roma ha sbaragliato tutti con 83 preferenze su 100 votanti?

Qualcosa bolle nel pentolone della base dem, che evidentemente vede in Giachetti l’unico in grado di incarnare – seppur in sedicesimo – lo spirito originario del renzismo, indipendentemente dai posizionamenti dei colonnelli (sempre più senza esercito) romani e non solo. Un sentimento che l’ex premier, in attesa di decidere il proprio futuro, se dentro o fuori dal Pd, sembra intenzionato ad assecondare. Così, come talvolta accade, non sono i soldati che seguono i più alti in grado, ma piuttosto avviene il contrario. Potrebbe spiegarsi in questo modo il travaso dell’ultima ora di dirigenti e amministratori renziani da Martina a Giachetti. Il vicecapogruppo Pd in Regione Piemonte Elvio Rostagno ha già annunciato il proprio appoggio a Giachetti, lo stesso ha fatto la collega di Palazzo Lascaris Valentina Caputo; entrambi legati da antico sodalizio con l’ex segretario piemontese, oggi deputato, Davide Gariglio. Così come l’assessore di Settimo Torinese Antonello Ghisaura e i segretari della sezione di Chivasso, Massimo Corcione, e Rivoli Alessandro Errigo. Ci ha pensato su qualche giorno persino il sindaco di Cossano Canavese e presidente dell’Anci Piemonte Alberto Avetta, che “dopo aver osservato con attenzione cosa sta succedendo da quelle parti” è però rimasto su Martina. Gariglio non è l’unico a perdere pezzi: lo stesso succede anche al collega di Montecitorio Stefano Lepri e al senatore Mauro Laus che questa sera incontrerà i suoi all’ex istituto Maffei per annusare l’aria e valutare le contromosse. Ancor più ambigua la posizione del parlamentare boschiano, fresco di sconfitta alle primarie regionali, Mauro Marino, che ha dispiegato su Giachetti sia Michele Paolino (ex capogruppo Pd a Palazzo Civico) sia Roberto Gentile, pur rimanendo lui formalmente su Martina. Di più: Paolino è pure stato designato nel triunvirato che a Torino coordina la mozione, assieme al presidente dell’VIII Circoscrizione Davide Ricca e a Fabio Trocino. Sotto la supervisione del responsabile regionale Giuseppe Genoni, novarese e presidente dell’Atc Piemonte Nord. Questi ultimi tre sono tra i pochi giachettiani della prima ora (dopo essere stati turborenziani) così come la consigliera regionale di Asti Angela Motta, attivissima nella sua provincia. 

La sensazione è che nessuno dei big intenda forzare la mano con i propri uomini, ben sapendo che tra pochi mesi in Piemonte ci sarà una sfida più importante in cui (lì sì) serrare i ranghi: quella delle regionali dove si confronteranno a suon di preferenze tanti aspiranti consiglieri, ognuno col proprio sponsor. A quel punto i portatori d’acqua (cioè di voti) saranno preziosi e in quel caso la scelta di campo potrebbe comportare qualche travaglio in più. Inoltre con il peso sempre maggiore che rischia di assumere la mozione Giachetti a tutti i big conviene avere qualche infiltrato.

A scompaginare i piani dei sonnacchiosi graduati renziani pare sia stato Luca Lotti, (ex?) braccio destro di Renzi, il quale ha fatto sapere di voler mettere in piedi una lista a sostegno di Martina per “andarci a contare” sperando di risultare decisivo in una eventuale vittoria dell’ex ministro o, in alternativa, accreditandosi come cinghia di trasmissione tra Martina e Giachetti in assemblea, qualora nessuno dei candidati dovesse ottenere alle primarie i voti necessari per l’incoronazione diretta. A questo punto i luogotenenti renziani non potranno fare a meno di dispiegare le proprie truppe per dimostrare un impegno per la causa non solo di facciata. Intanto i coordinatori della mozione moltiplicano gli sforzi sul Piemonte: sabato 19 la deputata Anna Ascani, candidata in ticket con Giachetti, sarà a Torino e Novara per un tour che toccherà l'area ovest del capoluogo e il Canavese.

Con l’obiettivo di ricompattare le fila si sono dati appuntamento questa sera nel quartier generale del Pd in via Masserano i maggiorenti di Futuro Democratico, la componente di Piero Fassino, schierata in gran parte su Zingaretti. L’obiettivo dichiarato è ricomporre le tante microfratture consumate in questi mesi di incertezze, col capo impegnato tra Roma, Torino e il collegio che lo ha eletto in Emilia Romagna e le prime e seconde file alla ricerca di nuovi posizionamenti. “Chi non vuole sostenere Zingaretti è libero di non farlo, ma la corrente non va sciolta, anzi dobbiamo rilanciarla” spiega uno degli invitati.

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