POLITICA & SANITA'

Chiamparino contro lo sfascismo anche in Sanità: "Basta fake news o salta il Parco della Salute"

Non solo la Tav, si apre un nuovo fronte tra i conservatori dello status quo e il governatore dopo le polemiche sul Regina Margherita. "Non vogliamo ridurre posti letto o fare cassa, guardiamo al futuro". E chiama a raccolta la comunità scientifica

Dopo la Tav anche il Parco della Salute entra prepotentemente nella campagna elettorale per le elezioni regionali. Così come l’alta velocità, Sergio Chiamparino lo erge a emblema di una politica che guarda al futuro e si scaglia contro i professionisti dello status quo. Due simboli di progresso nei campi – infrastrutture e trasporti e sanità – che assorbono la stragrande maggioranza dei fondi regionali.

Il governatore esce dall’angolo dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla riduzione dei posti letto in pediatria e la presunta chiusura del Regina Margherita convocata assieme all’assessore alla Sanità Antonio Saitta, prima di tutto per “smentire le fake news distillate ad arte” e poi per lanciare un monito che suona molto più tetro di un semplice avviso ai naviganti: “Se si sollevano dei polveroni” anche questo progetto “può essere messo in discussione. C’è il rischio di pregiudicare la possibilità che si realizzi”. Perché la realizzazione del Parco della Salute “non è tutta nelle nostre mani ma sfida i privati a realizzarlo. Quegli stessi privati che chiedono garanzie e certezze”. Guai dunque a scherzare col fuoco, a sobillare le “legittime paure delle famiglie” con notizie false o parziali, come quella secondo cui nel nuovo nosocomio i bambini saranno curati assieme agli anziani. Lo fa chiedendo chiaramente che “scenda in campo la comunità scientifica piemontese”, quella che prima di tutti ha scommesso sul super ospedale di Torino, partecipando attivamente alla sua progettazione. E non a caso tra i presenti in conferenza c'erano anche il re dei trapianti Mauro Salizzoni, il direttore delle Molinette Silvio Falco e la professoressa Franca Fagioli, direttrice del reparto di Oncoematologia pediatrica.

Stizzito, anzi infuriato per quella che definisce “una vergognosa iniziativa di campagna elettorale” armata da chi “usa i bambini” come terreno di scontro politico. Ce l’ha con le opposizioni di centrodestra e del Movimento 5 stelle, cita i consiglieri Gian Luca Vignale e Davide Bono, i più attivi sui social a criticare un progetto che le forze politiche di cui fanno parte potrebbero trovarsi a gestire dopo le urne. E per questo Chiamparino mette tutti in guardia sui timori degli investitori privati.

Entra subito nel merito indicando una a una le notizie false uscite in questi giorni. “È falso che nel nuovo progetto di Parco della Salute il brand Regina Margherita viene sacrificato e discorso analogo vale per il Sant’Anna. Ancor più falso che nel nuovo ospedale si ricoverino i bambini al fianco degli anziani. Ed è falso anche che al posto degli attuali ospedali verranno costruiti degli alloggi per fare cassa (accusa che, semmai avesse fondamento, andrebbe imputata all’amministrazione comunale e a Chiara Appendino, giacché è il Comune che come noto si occupa di Urbanistica”. Ammette invece che “si farà un nuovo ospedale e quindi la sommatoria dei posti letto attuali non è uguale a quella della struttura che è stata progettata”.

Una mancanza che sarà mitigata da una rete territoriale fatta di presidi a bassa e media intensità come sarà, per esempio, il Cto, un altro nosocomio che cambierà la propria destinazione d’uso. Perché ciò che deve essere trasmesso è che “non si tratta di un trasloco, non stiamo prendendo persone e macchinari da un palazzo per spostarli in un altro, altrimenti tanto valeva lasciarli lì”, piuttosto siamo di fronte a un nuovo presidio “specializzato nell’alta complessità”. Nell’ospedale che sarà, verranno ricoverati solo i casi più gravi, non tutti quelli che oggi sono assorbiti dal polo composto da Molinette, Regina Margherita e Sant’Anna. “Parliamo di un ospedale – ribadisce Chiamparino – che guarda più all’innovazione, alla tecnologia e alla specializzazione del personale che ai posti letto”. “Un concetto che ormai ho capito persino io” sbotta. A realizzare il progetto sono stati i “migliori professionisti del nostro territorio” rimarca Saitta “guardando a quel che avviene all’estero: strutture pensate per dei ricoveri che saranno sempre per meno giorni grazie alle nuove tecnologie”. Per farla breve “non ci sarà una riduzione di posti letto per far cassa – aggiunge Chiamparino – ma una riorganizzazione complessiva della rete sanitaria” di cui il Parco della Salute sarà il perno. E quando la riorganizzazione sarà terminata, tenendo conto dei presidi complementari al nuovo ospedale, "non è detto che i posti letti complessivi non siano addirittura di più rispetto agli attuali".

La strumentalità delle accuse – culminate con una petizione on line per salvare il Regina Margherita, organizzata dall’azzurro Andrea Tronzano (ma su cui pezzi importanti del suo stesso partito storcono il naso) – è testimoniata dal fatto che “quei dati cui si fa riferimento sono noti a tutti da anni” spiega Saitta. “Sin dall’inizio del nostro mandato abbiamo spiegato e chiarito tutto in Consiglio e pubblicato i progetti, in versione integrale, on line”. Per comprendere il livello di vetustà di presidi come Molinette o Regina Margherita basterebbe alzare la testa e notare l’altezza dei soffitti, che raggiunge e talvolta supera i quattro metri: idrovore di denaro pubblico per i costi di riscaldamento e di continua riqualificazione per tenerle in piedi: il conto fa 20 milioni all’anno che col nuovo ospedale saranno risparmiati.

“Io su questo non mollo” avverte Chiamparino. “I grandi progetti hanno bisogno non solo di soldi ma anche di un po’ di anima. Il pericolo insito nel fare polemiche è serio per il futuro della comunità torinese, che noi vogliamo riportare a camminare con la testa alta e le spalle meno chine. La scelta è fatta da anni - ha aggiunto - ma noi vogliamo che i torinesi siano con noi. Il nuovo Parco della Salute è un progetto strategico non solo per migliorare le cure ma anche per attrarre competenze giovani. Non si tratta di fare cassa, ma di fare il bene della nostra comunità”.