POLITICA & GIUSTIZIA

Caso Pasquaretta, Castelli dal pm (giornalisti scortati dai carabinieri)

La sottosegretaria sentita come persona informata sui fatti in Procura. Al centro dell'interrogatorio il rapporto di lavoro con l'ex portavoce della Appendino. Cronisti allontanati per "blindare" la sua uscita ed evitarle domande

È uscita dal Palazzo di giustizia senza che potesse essere vista, coi giornalisti “scortati” fuori dai carabinieri. Oggi pomeriggio la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli è stata sentita come persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta su Luca Pasquaretta. Cronisti e fotografi, che erano in attesa nel corridoio del settimo piano, non sono stati semplicemente invitati ad allontanarsi - come in altre occasioni - ma, per una interpretazione forse eccessivamente zelante, accompagnati dai carabinieri all’uscita del Palazzo. È durato circa due ore il suo incontro col sostituto procuratore Gianfranco Colace e i carabinieri della polizia giudiziaria. Lei, la grillina di Collegno, è stata l’ultima politica ad aver instaurato un rapporto di lavoro con l’ex portavoce della sindaca Chiara Appendino. La collaborazione tra i due è stata interrotta sabato scorso, dopo le prime notizie sull’indagine che sta scuotendo l’amministrazione pentastellata di Torino.

Dal mese di settembre Pasquaretta aveva il compito di mantenere i rapporti della sottosegretaria con i media di Torino. Doveva mandare comunicati stampa sulle sue attività che riguardavano la città. Per lui era un modo anche per mettere un piede dentro i palazzi romani.

La procura di Torino ipotizza che Pasquaretta (difeso dall'avvocato Stefano Caniglia), interrotto bruscamente il suo rapporto di lavoro dopo la notizia dell’inchiesta che vede il "pitbull" indagato per peculato in relazione a una consulenza da 5mila euro assegnata durante il Salone del Libro 2018, abbia ricattato Appendino per avere “contratti e contatti” per un nuovo incarico. Sfumata subito la possibilità di lavorare con l’eurodeputata Tiziana Beghin, che lo ha “scartato” in fretta, a Pasquaretta è rimasta un’occasione, quella con Castelli. Secondo gli inquirenti, questo potrebbe essere il prezzo pagato. Tuttavia la sottosegretaria ha smentito che la sua offerta di lavoro potesse essere il frutto di un’estorsione e Pasquaretta ha negato di aver minacciato Appendino e l’amministrazione.  Castelli, però, era preoccupata e nei giorni scorsi un avvocato (quella che la difende nel procedimento per diffamazione) ha cercato di capire dalla procura quando la grillina poteva essere ascoltata dagli investigatori.

In mattinata, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, è stato nuovamente ascoltato l’assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco. Il politico, amico di Pasquaretta, era già stato sentito come testimone la scorsa settimana. “Ho fornito precisazioni che l’altra volta non ero in grado di dare”, si è limitato a dichiarare al termine dell’audizione.

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