VERSO IL VOTO

Centrodestra, ipotesi "scambio" tra Piemonte ed Emilia-Romagna

La rinuncia della sottosegretaria leghista Borgonzoni a correre per la presidenza della sua regione riapre il risiko delle candidature. Salvini vuole tirarla per le lunghe, fino al voto in Basilicata dove l'aspirante governatore è un forzista che non voleva. E Cirio è sulle spine

L’unica certezza che resta a Forza Italia in Piemonte è data dal calendario elettorale: per sapere come finirà con la Lega sul candidato presidente non dovranno aspettare che si voti anche in Emilia-Romagna. Ma solo perché lì si andrà alle urne in autunno. Tutto il resto se è ostentata noia per Matteo Salvini, sull’altro fronte è uno stillicidio senza fine. E a gocciolare è la griglia su cui il Capitano continua a lasciare a rosolare i berluscones. Tutto grasso che cola, per lui.

Ormai tutto lascia supporre che la decisione su chi opporre per il centrodestra a Sergio Chiamparino, dopo aver superato i traguardi volanti di Abruzzo e Sardegna, arrivi dopo le regionali della Basilicata. Al “non c’è fretta” ripetuto più volte da Salvini ai suoi circa la definizione del dossier Piemonte si aggiungono, in un’alchimia ponderata dal leader leghista, ulteriori elementi. Uno è proprio legato all’appuntamento lucano del 24 marzo: dopo un bel po’ di scazzi, alla fine Matteo ha ceduto al pressing di Silvio Berlusconi concedendogli il suo candidato, l’ex generale della Guardia di Finanza Vito Bardi inizialmente bocciato anche da Giorgia Meloni. Una concessione che potrebbe facilmente trasformarsi in un trappolone per il Cav e con conseguenze capaci di arrivare lontano, fino in Piemonte.

Il voto in Basilicata è un’incognita anche per il centrodestra fresco reduce di due successi su due: l’ex presidente piddino Marcello Pittella ha sì fatto un passo indietro rispetto all’intenzione iniziale di ricandidarsi mettendo al suo posto il farmacista potentino Carlo Trerotola, evitando spaccature a sinistra, ma oltre a candidarsi in una lista civica ha ancora un forte appeal elettorale in una terra che mai ha tradito il centrosinistra nelle urne.

Se tra meno di un mese questa tradizione non sarà interrotta, Salvini avrà fin troppo facile gioco nello scaricare sul candidato di Berlusconi, che lui non avrebbe voluto. E far pesare ancor di più la differenza con il socio di minoranza della coalizione per la questione che continua a tenere tra color che son sospesi l’eurodeputato Alberto Cirio, ad oggi candidato in pectore alla presidenza del Piemonte, senza alcun timbro di ufficialità e con quegli endorsement leghisti che ormai vanno rubricati nel catalogo delle dichiarazioni di facciata.

Nota aggiuntiva alla questione lucana: il principale sponsor politico dell’ex generale delle Fiamme Gialle è Antonio Tajani, ovvero l’azzurro meno digeribile per Salvini. E se ciò aggiunge un puntello alla teoria della colpa azzurra in caso di sconfitta il 24 marzo, certo non sembra agevolare lo stesso Cirio che nel presidente dell’Europarlamento ha il suo nume tutelare nonché autore di ripetute investiture pubbliche.

E se non si dovrà aspettare il voto anche dell’Emilia-Romagna, questo non vuol dire che quella consultazione non finisca per avere sul Piemonte un riverbero delle manovre ancora in atto. Qualche settimana fa avevamo dato conto di voci insistenti nell’ambito della Lega su un probabile ripensamento di Lucia Borgonzoni, da tempo indicata come candidata alla presidenza. Nei giorni scorsi è stata la stessa sottosegretaria ai Beni Culturali a confermarlo nel corso di un programma radiofonico: “Io candidata governatore dell'Emilia-Romagna? No, lo escludo”.

A questo punto la Lega vorrà tenere il punto con una sua candidatura nell’ex regione rossa, ancora governata dal centrosinistra, oppure rimescolando le carte con un occhio ai sondaggi deciderà di cedere la contesa contro il dem Stefano Bonaccini a Forza Italia dov’è pronta da tempo l’attuale capogruppo al Senato Anna Maria Bernini?

Se ciò dovesse accadere, sarebbe condizionato da un elemento imprescindibile: aver prima tolto a Forza Italia il potenziale nuovo governatore del Piemonte. Un do ut des assai probabile. Che passerebbe sopra la testa degli azzurri piemontesi. Ormai rassegnati a un’attesa infinita, potrebbero doversi rassegnare anche ad altro. 

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