MANFRINA CONTINUA

Tav, Conte convoca Virano

Il direttore di Telt a Palazzo Chigi. Il premier vuole verificare l'iter dei bandi. La mediazione è ancora lontana e il Governo ha bisogno di altro tempo. Ma la Commissione Europea non intende fare ulteriori concessioni. Pronta la lettera di contestazione. A rischio 800 milioni

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi Mario Virano, direttore generale e massimo rappresentante italiano di Telt, Euralpin Lyon Turin, joint venture paritetica tra le Fs e lo Stato francese incaricata della realizzazione dell’opera. Oggetto del colloquio il cda di lunedì prossimo nel quale la società dovrà dare il via libera ai bandi di gara necessari a far avanzare i lavori e non perdere i finanziamenti europei: 45 chilometri dei 57,5 totali, per il valore di 2,3 miliardi di euro.  È probabile che il premier voglia verificare con scrupolo i tempi e quanto la deadline comunicata nella riunione dello scorso 19 febbraio dal rappresentante della Commissione Europea che ha reso nota una  comunicazione ufficiale di Inea (Innovation and Networks Executive Agency) nella quale si indica come condizione per la conferma dell’intera contribuzione di 813 milioni di euro la tempestiva pubblicazione dei bandi, mentre in caso contrario verrà applicata una riduzione di 300 milioni.

Da giorni la Commissione si interroga sul da farsi: se lanciare un segnale formale, preciso e pubblico al Governo oppure seguire la via della diplomazia tecnico-politica come si è fatto finora. Sta di fatto che ormai i tempi stringono. Si parla da diversi giorni della possibilità di inviare all’Italia una lettera. Per ora la decisione non è stata ancora presa ma come avviene sempre in casi del genere il testo è probabilmente già pronto. Il messaggio della Commissione all’Italia è la conferma di quanto pubblicamente continua a indicare da settimane: gli 813,8 milioni di cofinanziamento europeo alla Tav sono stati approvati per la prima fase dei lavori e sono condizionati ai progressi nella costruzione. Da tempo il progetto però registra ritardi e da tempo Bruxelles avvisa di “non poter escludere di richiedere all’Italia di ripagare il contributo di cofinanziamento già sborsato se questo non può essere ragionevolmente speso in linea con le scadenze concordate” applicando il principio “se non usi il denaro lo perdi”. Per questo periodo sarebbero in gioco 800 milioni. Questa cifra risulterebbe dalla violazione dell’ipotetico stop di due regolamenti europeo, uno sulle reti infrastrutturali dei trasporti Ten-T e l’altro sulla Connecting europe facility.

E sebbene ancora oggi il portavoce della Commissione che si occupa del dossier Trasporti, Enrico Brivio rifiuta di commentare “le indiscrezioni che riguardano documenti o bozze interne che non sono pubbliche”, ribadisce: “Posso solo dire che la posizione della Commissione sulla Torino-Lione rimane esattamente la stessa che abbiamo espresso molte volte nelle scorse settimane e nei scorsi mesi alle autorità italiane sia a livello tecnico sia a livello politico”.

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