VERSO IL VOTO

Berlusconi boccia le liste civiche, Salvini alle grandi manovre

Direttiva del Cav vieta gli apparentamenti di formazioni satellite. Gli azzurri sono terrorizzati dall'emorragia di consensi. Al Consiglio federale della Lega il Capitano, tentato dallo strappo, detterà ai colonnelli le linee per le regionali in Piemonte

“Alle elezioni amministrative sarà fondamentale sarà fondamentale la non partecipazione alla formazione o alla presenza di nostri esponenti nelle liste civiche anche se a noi vicine”. Così parlò Silvio Berlusconi. O meglio, così ha scritto ai coordinatori regionali, provinciali e delle grandi città, in una lettera in cui il Cav rimarca come “l’esito delle elezioni europee e amministrative – nella stessa data del 26 maggio – avrà una grande valore politico sia per l destino di questo Governo, costruito sull’innaturale alleanza tra Lega e M5S, sia per il nostro futuro, quello dell’Italia e dell’Europa”.

Il leader di Forza Italia, dunque, pone un muro alle liste civiche, esortando anzi i quadri dirigenti del partito di fonte a “formazioni della società civile a noi esterne” ad adoperarsi “per convincere i promotori ad indicare loro candidati nelle liste di Forza Italia, anche con le opportune garanzie di un nostro sostegno elettorale, scoraggiando in ogni modo la dispersione del voto”.

Un’indicazione chiara e netta che, seppur non citando le regionali per le quali si voterà proprio in quella data, mettono sul tavolo del centrodestra in Piemonte un’ulteriore questione, forse l’ennesima grana. La domanda che, leggendo la lettera, non può che porsi innanzitutto è questa: cosa farà Mino Giachino, esponente di Forza Italia con un passato addirittura da sottosegretario nel Governo Berlusconi, con la sua lista Sì Tav-Sì Lavoro? Che la formazione del madaMino non sia oltremodo gradita al coordinatore regionale Paolo Zangrillo a e una fetta della dirigenza azzurra piemontese, allarmati da una non improbabile migrazione di voti dal partito a favore della lista nata grazie alle manifestazioni di piazza a favore della Torino-Lione, è cosa nota.

Così come appare assai difficile immaginare una retromarcia dell’ex sottosegretario, con un suo ingresso nella lista del partito, sia pure con quelle garanzie indicate da Berlusconi. Tanto più che lo stesso Giachino, al contrario dei vertici del suo partito, continua a ben guardarsi dal muovere attacchi nei confronti di Matteo Salvini, con il quale anzi continua a vantare un solido legame rinvigorito proprio sulla questione della Tav.

Tant’è che non sbaglia chi guarda con attenzione a quanto potrebbe emergere, in queste ore, dal Consiglio Federale della Lega. Un summit dal quale sono attese novità importanti e forse eclatanti, come ipotizza tra gli altri l’ex ministro Roberto Maroni spingendosi a preconizzare addirittura il commissariamento di tutti gli organismi federali e l’avvio di un piano per portare la Lega a correre da sola alle prossime politiche. Ma si parlerà, quasi certamente, anche dei rapporti con Forza Italia laddove si governano insieme le Regioni e dove, se non cambierà lo scenario, ci si accinge a farlo come in Piemonte.

Arriveranno segnali da parte del Capitano a quelle liste civiche, sicuramente mai osteggiate da lui, anche dall'atteggiamento eloquentemente di ascolto da parte del segretario reginale Riccardo Molinari negli incontri cn i suoi omologhi di FI e FdI,  visto che contribuirebbero a ridurre ulteriormente il peso elettorale dell’ormai quasi ex alleato azzurro, consolidando la leadership leghista? Probabile.

Nel frattempo in Forza Italia sembra continuare la serie dei cortocircuiti e delle non solo apparenti contraddizioni: se la lettera di Berlusconi chiarisce e definisce l’atteggiamento rispetto a formazioni amiche, ma in grado di colpire col fuoco amico il sempre più sguarnito fortino di consensi, le dichiarazioni di alcuni esponenti continuano ad andare in senso opposto. Almeno a detta di Marco Francia, proconsole subalpino di Stefano Parisi, che garantisce di essere in stretto contatto con il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, avendo ottenuto un sostanziale via libera. Chissà

Una direttiva tutto sommato facile da seguire nei Comuni, mentre assai più complicata appare da rispettare proprio nella competizione per la riconquista, da parte del centrodestra, del Piemonte. Qui la linea del Cav troverebbe sostegno in Fratelli d’Italia, visto che pure il partito di Giorgia Meloni, con il suo segretario regionale Fabrizio Comba ha tutto l’interesse a non vedere in campo la formazione del consigliere regionale sovranista Gian Luca Vignale, preferendo assai offrire a quest’ultimo ampie garanzie per posti in lista per i suoi e poltrona da assessore per lui.

Tutto, però, dipenderà ancora una volta dalla Lega. Se Salvini deciderà di forzare la mano, un po’ per dare una lezione a Forza Italia di cui sopporta sempre meno i continui attacchi al Governo e a lui stesso, un po’ per proseguire con maggior intensità nell’opera di cannibalizzazione dell’elettorato azzurro, le disposizioni impartite da Berlusconi potrebbero non sortire alcun effetto. O, piuttosto, produrre quello di ulteriori spostamento delle liste civiche, con le ambizioni dei loro promotori, proprio verso la Lega.

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