TRAVAGLI DEMOCRATICI

Blitz fallito, il Pd conferma Rossi e Ferrari

In lista per le regionali i due consiglieri uscenti di Novara (gli unici ad aver formalizzato la propria disponibilità). Tramontata la velleitaria ipotesi di consultazione degli iscritti. E ora che farà Besozzi?

“Abbiamo scherzato”. A meno di una settimana dal blitz con cui un pezzo del Pd novarese ha provato a far saltare la candidatura alle prossime regionali dei suoi uscenti, l’assessore al Welfare Augusto Ferrari e il presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi, nella direzione di ieri notte è stato sancito il passo indietro. Più di tre ore di confronto serrato, concluso dopo la mezzonatte ha riportato alla normalità una vicenda che assumeva sempre più contorni kafkiani. I due hanno diritto e anzi la priorità di entrare in lista, sul terzo posto a disposizione si formalizza la possibilità di derogare al regolamento sulle quote di genere, qualora si trattasse di un altro uomo, ma con priorità per una eventuale candidatura in rosa che tuttavia, finora, non si è manifestata.

Al momento, infatti, gli unici che hanno dichiarato formalmente la propria disponibilità a un secondo giro sono stati proprio Ferrari e Rossi, mentre resta in dubbio l’ex presidente della Provincia Matteo Besozzi, per molti il vero ispiratore del documento approvato la scorsa settimana in cui veniva prevista una consultazione tra gli iscritti per stabilire i nomi dei candidati, con l’imposizione di una donna in lista. Un escamotage per sbarazzarsi di almeno uno dei due consiglieri uscenti promosso e sostenuto da un’anomala convergenza di correnti: gli zingarettiani di Giuliana Manica e dello stesso Besozzi, i martiniani dell’ex sottosegretario Franca Biondelli (che ha ancora un conto aperto con Ferrari, legato alle primarie) e pure i giachettiani di Giuseppe Genoni. La rinuncia dei due a prestarsi a un giochetto nato per penalizzarli, la sollevazione della maggioranza dei circoli e le minacce di ammutinamento dei segretari di sezione, assieme alle pressioni giunte da Torino, hanno imposto il dietrofront. Tutto rientrato. Ora è Besozzi che deve decidere se correre, nonostante la presenza dei due competitor più temibili ai nastri di partenza.

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