GIUSTIZIALISMO

Spazzacorrotti? No, spazza associazioni

La norma varata dal Governo gialloverde con l'assurda equiparazione degli enti privati ai partiti politici è una mazzata per la rete di volontariato. La denuncia di Giacometto (FI): "Frutto avvelenato del clima giacobino, occorre intervenire subito"

Metti che del direttivo della pro loco, o della società di mutuo soccorso o, ancora, dell’associazione di volontariato di un paesino, quelle che per intenderci svolgono un ruolo importante e talvolta insostituibile dovendo fare i conti con quel poco che raggranellano, nove anni fa abbia patto parte un semplice consigliere comunale. Metti che l’onda giustizialista che ha animato la stesura della legge elevata a simbolo dei Cinquestelle, abbia obnubilato non poco lo sguardo toninellianamente fisso del legislatore fino a fargli accomunare quelle associazioni che compongono il cosiddetto terzo settore ai partiti.

Ecco, il risultato ha dell’incredibile. Eppure è scritto nero su bianco, di più: è legge dello Stato. Approvata con quel comma i cui effetti si produrranno con danni difficilmente calcolabili sul mondo dell’associazionismo e del volontariato, nonostante al momento della discussione in Aula le opposizioni avessero avvertito, inascoltate, la maggioranza.

Tornando alla proloco presa ad esempio, ma non certo in maniera ipotetica, in base alla legge nel caso in cui abbia all’interno del suo direttivo, o lo abbia avuto negli ultimi dieci anni, un amministratore pubblico – dal parlamentare al consigliere del piccolo Comune – o un dirigente di partito (cosa che spesso se non sempre accade nei piccoli e piccolissimi centri, ma non solo lì ovviamente), l’associazione dovrà redigere bilanci come fanno i partiti, facendoli certificare dalle società di revisione (con costi facilmente immaginabili) e depositandoli presso la Commissione di Garanzia dei Partiti presso la Camera dei Deputati. In più, dovrà comunicare alla Camera stessa ogni donazione superiore a 500 euro.

“Un vero e proprio ginepraio quello in cui finiranno le associazioni. E non parliamo di quelle di grandi dimensioni che possono avere mezzi e risorse per far fronte a un obbligo che resta comunque una misura senza alcun senso, ma soprattutto di quelle piccole che già faticano a svolgere una funzione encomiabile” sostiene Carlo Giacometto, deputato torinese di Forza Italia che, insieme alla collega Claudia Porchietto, annuncia la presentazione di un provvedimento con cui abrogare questa norma “nel più breve tempo possibile”.

Difficile avere una cifra esatta di quante associazioni in Piemonte sono, ad oggi, sottoposte a quest’obbligo, ma considerando le migliaia presenti in tutta la regione e tenuto conto che soprattutto nei piccoli centri è molto probabile che chi si occupa del municipio, spesso dedichi il suo tempo anche alla pro loco, così come allo bocciofila o alla squadra di calcio locale, il quadro si presenta assai chiaro: “tutto un tessuto di piccole realtà associative che sui propri territori si occupano con spirito di servizio e tanta passione ad attività del tutto innocue e lontane da qualsiasi intento di condizionamento della politica finiscono vittime di quel clima di sospetto giacobino perenne che il Governo Conte e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede animano nel Paese e, quel che è peggio, pongono alla base di leggi come questa”, aggiunge Giacometto.

Il rischio paventato, non senza motivo, dal parlamentare azzurro è quello di “mortificare e scoraggiare un mondo che va senz'altro controllato e inserito in un contesto di regolamentazioni certe, ma sicuramente non ucciso a colpi di burocrazia ben al di sopra delle possibilità di adempimento”.

Molte associazioni, naturalmente, non è detto conoscano ancora questo provvedimento ed è facile presumere le possibili reazioni di fronte a quelle incombenze, oggettivamente sproporzionate, cavillose e tali da mettere in più di un caso in forse la stessa prosecuzione dell’attività. Oltre a cercare di inserire nel primo provvedimento disponibile il testo con cui si chiede di abrogare questa norma, i due deputati piemontesi di Forza Italia annunciano anche una proposta di legge “che ridisegni nel suo complesso la prevenzione alla corruzione, riportandola sulla giusta rotta di uno Stato che fa sì rispettare le regole e punisce chi sbaglia, ma senza che ciò vada a pregiudicare o compromettere l'onesta attività dello straordinario mondo dell'associazionismo italiano".

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