ECONOMIA DOMESTICA

Fca se la tira prima delle nozze

Da Amsterdam, all'assemblea degli azionisti, Elkann lancia segnali di tranquillità: "La mia famiglia ha accompagnato questa società negli ultimi 120 anni. Ci siamo stati nei momenti belli e in quelli più difficili". Eppure la fusione è scontata: certo dipende con chi e dalla dote

Il 2019 potrebbe essere l’anno del matrimonio per Fca. Nelle ultime settimane, il mercato si è ripetutamente interrogato sul futuro del gruppo che dal Lingotto ha ormai allargato confini e delocalizzato sede e portafoglio altrove. Le iniziali indiscrezioni di stampa hanno parlato dell’avvicinamento di Psa, mentre in seguito i rumors si sono spostati su Nissan-Renault. In tutti i casi citati, l’ipotesi di fusione con altra società del comparto ha avuto impatti evidenti sul sentiment degli investitori e il titolo ha oscillato vistosamente in Borsa. Nel mezzo delle numerose smentite susseguitesi nelle ultime settimane, il mercato ha continuato a concentrarsi su Fca e sull’ipotesi di aggregazione. Eppure tutto lascia intendere che nei mesi a venire l’operazione potrebbe avvenire, poiché, come ha ricordato il Sole 24 Ore, eventuali interessati potrebbero approfittare“della geometria asimmetrica e della architettura squilibrata” della società. Il riferimento è ai tre blocchi di cui Fiat Chrysler si compone: Nord America; Europa; Sud America. Accorpare queste tre entità in una sola azienda, ha spiegato il quotidiano economico, potrebbe risultare una strategia insostenibile nel lungo periodo. Da qui l’eventuale apertura ad una fusione che tuttavia potrebbe risultare sensata soltanto se concretizzata nell’arco di dodici mesi.

Sul futuro dell’azienda è intervenuto oggi anche il presidente John Elkann che nel giorno dei conti ha assicurato: “Fca non è mai stata più fortee così in salute come oggi. Il suo bilancio ci consente di fare gli investimenti opportuni e al contempo di remunerare i nostri azionisti con dividendi”, ha detto in riferimento al ritorno alla cedola da 0,65 euro per azione a seguito di utili netti per 3,6 miliardi nel 2018: 1 miliardo di impegno complessivo dopo un decennio di digiuno per gli azionisti. Nonostante le difficoltà di fine 2018, ha continuato il rampollo erede dell’impero Agnelli, Fca assisterà ad un significativo miglioramento nel secondo semestre del 2019. “Con il suo sostegno, la mia famiglia ha accompagnato l’evoluzione di questa società negli ultimi 120 anni: ci siamo stati nei momenti belli e in quelli più difficili. Continueremo a farlo, tanto più oggi che entriamo in una nuova ed entusiasmante fase di sviluppo per l’industria dell’auto", ha detto il presidente durante l’assemblea degli azionisti ad Amsterdam.

Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’amministratore delegato Mike Manley, che si è detto fiducioso in merito al raggiungimento di tutti gli obiettivi del 2019. Nessuno dei due, però, ha toccato il tema della fusione di Fca. “Come in passato – si è limitato a dire Elkann – siamo preparati a prendere decisioni e ad agire con coraggio e creatività per costruire un futuro solido e ricco di opportunità”.

Quella di oggi doveva essere l’assemblea del “cambio della guardia”, in cui Sergio Marchionne avrebbe passato il testimone al nuovo amministratore delegato. La scomparsa del manager italo-canadese ha però portato ad anticipare i tempi, con la nomina di Manley avvenuta la scorsa estate. E proprio il successore quindi si è trovato per la prima volta a esporre i risultati di bilancio, assicurando: “Sono fiducioso che riusciremo a raggiungere con successo gli obiettivi dell’anno”. L’ad ha specificato che la vendita di Magneti Marelli si chiuderà “entro questo trimestre”, che il controvalore dell'operazione è di circa 6 miliardi di euro e permetterà un dividendo straordinario di 2 miliardi. Proprio sulla remunerazione degli azionisti, Manley ha aggiunto che la sua intenzione è che “diventi strutturale”.

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