SPARTINGAIA

Centrodestra in alto mare, nessun accordo sul listino

Ancora un nulla di fatto, restano distanti le posizioni dei partiti. Via libera al collegamento per la lista "civica" di Vignale-Giachino, chiusura al Popolo della famiglia. L'Udc si presenta con la coppia di ferro Barosini-Greco Lucchina

Fumata nera per il listino del presidente. E fumo dalle orecchie degli azionisti di minoranza della coalizione di centrodestra che avevano messo in conto certamente il mantenimento della linea dura da parte della Lega, ma in fondo confidavano in un ammorbidimento in grado di dirimere una questione che, invece, rimane irrisolta. E pesa ogni giorno di più sull’immagine dell’alleanza fino a non riuscire a scacciare la pur remota eventualità di un banco che salta. E che questo accadrebbe nel caso il partito di Matteo Salvini non ceda quel posto in più richiesto da Fratelli d’Italia per blindare due dei suoi uomini, lo aveva chiaramente detto ieri Giorgia Meloni affidando al suo segretario regionale Fabrizio Comba il compito di non mollare per alcun motivo sul punto. Così è stato, con il risultato di un nulla di fatto al termine dell’incontro, in tarda mattinata, nella sede elettorale del candidato presidente Alberto Cirio, in via Barbaroux.

Ampiamente prevista la richiesta arrivata anche da Forza Italia di avere due caselle nella formazione blindata in caso di vittoria, non foss’altro per non potersi consentire di essere superati dal partito della Meloni. L’unico raddoppio è stato quello dell’Udc, nel senso che oltre al segretario Gianni Barosini lo scudocrociato si è presentato al vertice anche con il bonsignoriano Paolo Greco Lucchina, suscitando successive battute su un probabile controllo dell’uno sull’altro e viceversa e dell’ancora più probabile supervisione a distanza dell’anziano ras andreottiano don Vito da Bronte.

Ma se l’Udc, appena entrata ufficialmente in coalizione non ha avanzato alcuna richiesta per il listino, anticipando l’intenzione di avere almeno un posto a tavola quando si tratterà di apparecchiare per l’eventuale giunta Cirio, non così gli altri due partiti sempre più ostaggio di una Lega all’apparenza per nulla spaventata dai possibili esiti indotti dal suo atteggiamento irremovibile nel non concedere più di due posti sui dieci del listino. Lo stesso atteggiamento tenuto da Riccardo Molinari per quasi tutto l’incontro preso a compulsare sullo smartphone è parsa la plastica ostentazione di un disinteresse a quelle richieste, rimaste appunto senza alcuna risposta. Lo scuotere la testa ogni tanto da parte del segretario regionale del Carroccio salviniano, come a dire “così no, così non va”, non ha certo aperto a quelle speranze coltivate da FdI e dagli stessi azzurri il cui coordinatore piemontese Paolo Zangrillo, il fratello del medico personale del Cav, non potrebbe permettersi un ulteriore insuccesso, restando addirittura indietro, quanto a rappresentanza, rispetto all’arrembante destra meloniana.

Neppure un piccolo passo in avanti rispetto all’incontro di martedì scorso a Roma, dunque, sul delicato e cruciale terreno del listino. Più semplice dare un corale via libera all’apparentamento ufficiale della lista civica di Gian Luca Vignale e Mino Giachino, che in questo modo potrebbe evitare il gravoso onere della raccolta delle firme. Potrebbe, ma difficilmente i civici, frutto della recente fusione delle due rispettive liste, eviteranno i banchetti: meglio cautelarsi da sorprese e, in più, raccogliere quell’invito a dimostrare come il sostegno, rappresentato dai sottoscrittori, non manchi.

Strada definitivamente bloccata, invece, per un’adesione alla coalizione della lista per la famiglia che fa riferimento al movimento guidato a livello nazionale da Mario Adinolfi. Gli stessi tentativi di creare un varco, posti in atto da Cirio che da giorni ha contatti con il candidato Valter Boero, non hanno sortito alcun effetto e il niet è arrivato chiaro e definitivo dal tavolo di via Barbaroux.

Tavolo al quale non si sa come e quando gli alleati torneranno a sedersi per cercare quella soluzione sul listino apparsa parecchio lontana questa mattina. Si sono lasciati senza darsi appuntamento. FdI e Forza Italia nei prossimi giorni o già nelle prossime ore discuteranno al loro interno se e come rispondere all’intransigenza leghista, condita peraltro da quell’apparente distacco che tradisce una certa quale supponenza, anche davanti a ipotesi non trascurabili come quelle messe in conto dalla Meloni. Una partita ancora del tutto aperta, quella sul listino. Con la Lega che tiene in mano il mazzo di carte e non rinuncia, forse con qualche azzardo, al rischio di far apparire qualcuno come il due di picche a briscola.    

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