Evasione, un capro espiatorio

Puntualmente, quando si parla del risanamento del bilancio statale, si tira fuori l’argomento dell’evasione fiscale e si addita a pubblico ludibrio l’evasore, novello untore a cui addossare tutte le colpe. Questa narrazione è smentita ampiamente dai fatti. Da anni le entrate fiscali sono in aumento anche grazie alla lotta all’evasione, ma il debito pubblico è sempre in aumento: la sua crescita non si è mai fermata. È inutile aumentare le entrate se le spese aumentano in maniera maggiore rispetto alle entrate; in questo modo il bilancio dello stato sarà sempre in deficit e il debito pubblico non potrà che aumentare. La lotta all’evasione è il solito strumento di distrazione di massa, ma il reale problema sono le spese dello stato fuori controllo. Qualunque somma recuperata non serve a porre in pareggio il bilancio, ma ad aumentare le inutili spese statali. Come detto in altre occasioni, allo stato fa comodo raccontare che esista un’elevata evasione fiscale perché viene conteggiata nel Pil e pertanto serve a mantenere entro certi limiti il rapporto tra debito pubblico e Pil e quello fra deficit e Pil. Se nel Pil non venissero conteggiate evasione e attività criminali i rapporti di poc’anzi sarebbero più alti. È utile allo stato raccontare che l’evasione sia alta in modo da far tornare i conti e creare un capro espiatorio su cui scaricare le colpe.

Ma poi è proprio vero che l’evasione sia così negativa? Immaginiamo il classico idraulico che fa un lavoro da 100 euro più Iva. Si accorda per un pagamento in nero di 100 facendo risparmiare 22 euro al cliente. Facendo i conti all’ingrosso, lo stato fra Iva, Irpef e Inps avrebbe perso circa 60 euro. Intanto c’è da notare una contraddizione di fondo nelle politiche statali. Da un lato lo stato preleva i soldi dei cittadini e con operazioni come quota 100 e reddito di cittadinanza spera di aumentare i consumi nel tentativo  di rilanciare l’economia. Scusate, ma cosa fanno gli evasori se non aumentare i consumi? Nel caso di sopra, l’idraulico si troverebbero circa 40 euro in più da spendere e il cliente 22. Se proprio si crede che per rilanciare l’economia sia sufficiente aumentare i consumi perché non lasciare direttamente i soldi nelle tasche dei cittadini? Senza spostare i soldi da una tasca all’altra evitando che si riducano ad ogni passaggio? Le soluzioni semplici non piacciono.

Ma poi è proprio vero che i circa 60 euro persi dall’evasione dell’esempio di prima, lo stato non li recupera in altro modo? È sufficiente che il nostro idraulico prenda i 100 euro e li utilizzi per fare un pieno affinché lo stato recuperi più delle 60 euro evase prima. Non solo; ma anche le 22 risparmiate dal cliente una volta spese rientreranno nell’economia regolare pagando Iva e facendo aumentare il reddito di qualcuno su cui saranno pagati Irpef e contributi Inps. Facendo i conti forse l’evasione conviene anche allo stato. Se si considera che lo stato italiano, come la gran parte degli stati occidentali, è quasi uno stato di polizia quello che si evade da una parte in qualche modo rientra da un’altra parte. Ma con una grossa differenza: con l’evasione aumentano i consumi e con i consumi i redditi e infine aumentano anche le entrate fiscali. Ma siamo proprio sicuri che gli evasori siano così cattivi?

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