GUAI AI VINCENTI

Forza Italia s'accontenta e gode (poco)

Il capo dei berluscones piemontesi esulta ma l'accordo siglato con gli alleati sancisce la posizione subalterna e marginale del partito. Due assessori di secondo piano e già sulla "tecnica" Biletta si allunga l'ombra della débâcle

“Ci saranno scontenti e delusi, come fatalmente accade in questi casi”, ammette mettendo le mani avanti Paolo Zangrillo, nell’annunciare ai suoi il risultato della spartingaia – per il listino e la futura giunta regionale in caso di vittoria del centrodestra – e festeggiare, forse con un eccessivo entusiasmo, il risultato della stessa per Forza Italia. Financo al fratello del medico personale di Silvio Berlusconi (cui quest’ultimo dopo un posto blindato per la Camera gli ha anche consegnato la guida del partito in Piemonte) dev’essere apparso chiaro il profilarsi di più di uno storcimento di naso di fronte a quei numeri decisi dalla Lega per il socio di minoranza azzurro: solo due posti nel listino, per giunta al pari di Fratelli d’Italia (dopo l’impuntatura di Giorgia Meloni e il suo intervento diretto).

Già questo basterebbe per far ricorso al Maalox, perché non è che il Carroccio salviniano, guidato in Piemonte da Riccardo Molinari, abbia largheggiato nell’assegnare a Forza Italia le poltrone nella futuribile giunta di Alberto Cirio: un assessore esterno e uno eletto, le cui competenze non saranno quelle, come si dice, di prima fascia – Sanità, Bilancio, Trasporti, solo per citarne alcuni – che la Lega ha già detto chiaramente di voler presidiare con suoi uomini.

“Siamo soddisfatti perché nel lavoro di composizione del listino siamo riusciti a ribadire l’unità della coalizione di Centrodestra – scrive il coordinatore regionale azzurro in una nota –. E siamo  anche lieti che sia stato raggiunto un equilibrio fra le rivendicazioni delle diverse componenti della coalizione e che gli amici di Fratelli d’Italia e della Lega abbiano trovato al loro interno una compensazione per la giusta rappresentanza all’interno del listino e del futuro governo regionale”. Quanto “giusta” venga ritenuta da non pochi esponenti di Forza Italia quella rappresentanza che equipara nel listino (pur compensando, ma poi non così tanto, nella squadra di Cirio, sempre che l’europarlamentare uscente diventi governatore) il loro partito a quello della Meloni, resta da vedere. Ma tant’è Zangrillo sprizza soddisfazione ad ogni riga.

Mentre c’è chi spiega come un’altra riga sia stata tirata, a mo’ di cancellatura, su un accordo – pur lontano considerando il tempus fugit della politica – che posti nel listino per Forza Italia ne prevedeva il doppio. Era il momento del fifty fifty strappato dal predecessore di Zangrillo, Gilberto Pichetto alla già arrembante Lega quando s'era trattato di dividere i collegi per le elezioni politiche. In quel patto era entrata, a futura memoria, anche la lista dei dieci blindati per il Consiglio regionale.

È passato più di un anno e tante cose sono cambiate, compreso quell’accordo di cui nei fatti il Carroccio ha dimezzato quanto concordato per il partito del Cav. “Avendo un solo posto a disposizione per genere la scelta è stata difficile e sofferta, ma assunta con convinzione. Ed è perciò che me ne prendo pienamente la responsabilità, in solido con Alberto” scrive ancora il coordinatore ai suoi, spiegando come si sarebbe arrivati a inserire nel listino il presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti e la responsabile dell'ufficio legislativo di Forza Italia a Palazzo Lascaris Alessandra Biletta, lasciando fuori il presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi per farlo rientrare in quell’unico posto da assessore esterno.

Chi occuperà l’altra poltrona, quella riservata a un consigliere? Molto, se non tutto, lascia supporre che sarà proprio la Biletta. Lunga esperienza nella macchina burocratica della Regione, ottimo rapporto con Cirio, la funzionaria potrebbe, tuttavia, incappare in un ostacolo che sarebbe stato peraltro facilmente evitabile: oltre che figurare nel listino, è stata messa anche in lista a Torino. Un possibile quanto, appunto, evitabile autogol: se per ipotesi la Biletta dovesse raccogliere un numero esiguo di preferenze o comunque tale da apparire palesemente lontano da quello di altri candidati rischierebbe di veder incrinata una legittimazione (dal voto) della sua nomina ad assessore. Chi può escludere, di fronte ai risultati dei seggi, eventuali rivendicazioni supportate dall’indicazione degli elettori? Nessuno oggi può scacciare lo spettro di questa grana per Forza Italia, che visto il continuo debordare della Lega nelle intenzioni di voto (e delle precedenti votazioni), nonché la decisa campagna acquisti da parte di FdI, è assai probabile debba ridurre le proprie concrete previsioni all’elezione di consiglieri a Torino e, forse chissà, in un altro paio di province.

Nel capoluogo gli azzurri puntano a tre eletti, anche se due appare ad oggi la stima più probabile. In lizza ci sono Andrea Tronzano, ritenuto una vera macchina da preferenze, Paolo Ruzzola, consigliere della Città Metropolitana sostenuto dalla coppia parlamentare di Giaveno, ovvero Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino e, ancora, l’assessore ed ex sindaco di Carmagnola Gianluigi Surra, formazione dai Salesiani e uomo molto legato alla Coldiretti. Al consigliere uscente e già capogruppo in Sala Rossa si perdonaerebbe poco o nulla il suo feeling politico con l’europarlamentare lombarda Lara Comi, con la quale certo non ha lo stesso feeling Cirio. In più Tronzano è sostenuto apertamente da Claudia Porchietto e ben si sa come una parte degli azzurri piemontesi non abbia certo speso parole o impegno a suo favore quando il nome della deputata era, con quello di Cirio, uno dei due papabili per la candidatura a governatore.

Guardando oltre Torino, gli azzurri vedono verde quasi ovunque. Speranze scarse o nulla da Biella a Vercelli, passando per Novara dove il partito di fatto quasi non esiste più tra lacerazioni e transumanze verso FdI, partita al limite dell'impossibile pure ad Asti e nel Vco. Pare avere chance Franco Graglia a Cuneo, mentre la sorpresa potrebbe arrivare da Alessandria dove il presidente della Provincia Gianfranco Baldi, il quale oltre che sulla benedizione dal Cardinale Azzurro Ugo Cavallera conterebbe su altri endorsement tanto discreti quanto di peso, nonchè su un considerevole bacino di voti frutto dei suoi buoni rapporti con gli amministratori locali intessuti dopo aver conquistato Palazzo Ghilini vincendo sul sindaco Pd di Novi Ligure Rocchino Muliere. L’eventuale elezione di Baldi, significherebbe con molte probabilità vedere il Pd mandrogno non eleggere neppure un consigliere regionale, lasciando gli altri tre alla Lega (due) e al M5s. Per gli azzurri quello sarebbe davvero un evento per cui sprizzare soddisfazione. Certo più che per quei due posti nel listino e altrettanti in giunta, gentilmente concessi dalla Lega.        

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