POTERI FORTI

Crt, spunta l'ipotesi Amato

Regge l'asse tra Appendino e Palenzona. Designato il nuovo consiglio di indirizzo e approvato il bilancio senza grandi sorprese. Quaglia verso la riconferma. L'ex manager craxiano prepara il rientro in via XX Settembre e punta alla poltrona di Lapucci

Una Crt ecumenica sotto la benedizione del “credente peccatore”, come ama definirsi Fabrizio Palenzona. Regge il patto di ferro tra il camionista di Tortona e la sindaca grillina Chiara Appendino e si manifesta nella composizione del nuovo consiglio di indirizzo della Fondazione torinese, rinnovato nel segno della continuità per quanto possa apparire un ossimoro. E se la Regione Piemonte conferma Giampiero Leo – ex assessore e consigliere ciellino, da poco convertito al verbo di Chiamparino – Palazzo Civico rinnova la fiducia al lobbista della finanza a Cinque Stelle Francesco Galietti, mentre si conferma uomo per tutte le stagioni il camaleontico Davide Canavesio, da imprenditore del Sistema Torino negli anni del centrosinistra a manager di area grillina: l’ex numero uno dei giovani dell’Unione Industriale subalpina, dopo la nomina ad amministratore delegato di Environment Park ottiene anche la cooptazione assieme al notaio Caterina Bima – che siede in società del gruppo Gavio e compagna di Michele Vietti, parlamentare di lungo corso ed ex vicepresidente del Csm – e all’ex presidente di Confindustria Alessandria Marco Giovannini. Conferma anche per l’avvocato Maurizio Irrera che nel giro di un mese fa il pieno di incarichi, dopo aver ottenuto da Appendino la nomina nel cda di Iren ecco quella in Crt su indicazione delle province di Biella, Vercelli, Novara e Verbania. Cambia il designatore non il designato. Ampiamente rispettato l’ordine delle varie terne con unica eccezione per quella espressa congiuntamente dalle province di Asti e Alessandria, dove a prevalere è stato il terzo in elenco, il commercialista tortonese Corrado Bonadeo, lasciando con un palmo di naso il favorito Marco Galvagno, figlio dell’ex sindaco della città del Palio Giorgio, collocato in testa. Una scaramuccia, nulla di più, originata da equilibri locali in via di assestamento con i mutati assetti politici nelle varie amministrazioni. Unanimità, 24 voti, per tre ricandidati: Leo, il rappresentante dei vescovi Monti e quello del Comune di Torino Soprano.

Il Consiglio di Indirizzo passa da 24 a18 componentie resterà in carica per 5 annianziché 6. Gli altri sono Anna Maria Di Mascio (Regione Piemonte), Riccardo Piaggio (Regione Valle d’Aosta), l’ex presidente della Corte d’Appello Arturo Soprano (Comune di Torino), Silvana Neri della Città Metropolitana, Giuseppe Tardivo (Provincia di Cuneo), Corrado Bonadeo (Province di Asti e Alessandria), Cristina Di Bari (Camera di Commercio di Torino), Antonello Monti (Conferenza Episcopale Piemontese), Gianluca Gaidano (Comitato Regionale Universitario del Piemonte), Pierluigi Poggiolini (Comitato Regionale Universitario del Piemonte), Giuseppe Pichetto (Unioncamere Piemonte), Ciro Cattuto (EFC-European Foundation Centre).

Insieme al board, approvato anche il bilancio della Fondazione che si chiude con un avanzo d’esercizio pari a 92 milioni (+7,6% rispetto al 2018), un patrimonio netto superiore a 2,2 miliardi, la posizione finanziaria netta salita a 254 milioni di euro e il fondo di stabilizzazione delle erogazioni pari a 174 milioni, con 80 milioni di euro a sostegno del territorio. Il prossimo Consiglio di Indirizzo, che si insedierà martedì 7 maggio, nominerà il presidente, che sarà senza dubbio Giovanni Quaglia, fedelissimo di Palenzona, assente da ogni terna fornita dagli enti locali, rompendo quella consuetudine secondo cui è il sindaco di Torino a scegliere il vertice di via XX Settembre.

A questo punto si apre una nuova partita, quella che riguarda la successione del segretario generale Massimo Lapucci, una delle poltrone più lautamente retribuite, che si avvia all’ultimo anno di mandato. A quanto si racconta nei corridoi di via XX Settembre, ci si prepara a una successione soft che prevede l’arrivo a breve di Franco Amato, ex politico socialista, craxiano, già direttore della Regione Piemonte sotto Enzo Ghigo, in passato consigliere di amministrazione della Fondazione Crt e attualmente parcheggiato alla società consortile Ogr. Amato per il momento tornerà alla sede centrale al fianco proprio di Quaglia con un inedito ruolo di capo di gabinetto, una sorta di cerniera tra la presidenza e la segreteria generale, un modo per spianargli la strada verso l’ufficio di Lapucci. Per dirla con le parole impertinenti di un insider che da tempo siede nel board della fondazione “sarà l’ufficiale di collegamento tra il vecchio trombone e il giovane trombato”.