ALTA TENSIONE

Primo maggio: scontri a Torino, M5s: colpa della polizia

Mentre Appendino e il candidato governatore Bertola mostravano il volto buono, sfilando con le istituzioni, in coda al corteo consiglieri comunali e regionali facevano comunella con antagonisti e centri sociali. E la capogruppo Sganga se la prende con le forze dell'ordine

I due volti del M5s. Mentre la sindaca Chiara Appendino marciava a braccetto o quasi con il candidato governatore Giorgio Bertola tra i rappresentanti delle istituzioni, gran parte degli esponenti grillini, consiglieri comunali e regionali, sfilava alla coda del corteo, facendo comunella con quanti – anarchici, antagonisti e centri sociali – fronteggiavano la polizia, lanciando improperi, provocazioni e, in alcuni casi, pure bottiglie, lattine, aste di bandiere, tazze. Ma la colpa, per i Cinquestelle, è proprio della polizia.

“Spiace ripeterlo, ma ultimamente a Torino non riusciamo ad andare oltre ad una gestione dell’ordine pubblico che parrebbe più finalizzata ad alzare il livello di conflittualità che a calmierarlo”, scrive sui social la capogruppo pentastellata al Comune di Torino Valentina Sganga che, a proposito della manifestazione del Primo Maggio, parla di “un corteo partecipato e pacifico ma inspiegabilmente rovinato da una carica a freddo della polizia a 50 metri da piazza San Carlo”. E il Pd? Poteva mancare nell’ormai tradizionale j’accuse della pasionaria grillina? Ovviamente no, visto che trova “incredibile che il Partito Democratico si sia, o sia stato, posizionato esattamente davanti allo spezzone No Tav. Davvero non c’era un altro spazio nel corteo per sfilare?” si chiede facendo notare che “persino il M5s, con il suo striscione, ha optato per una posizione più defilata per evitare tensioni”. Insomma, quei militanti dem insultati, strattonati, che hanno ricevuto sputi e contumelie, se la sono cercata. Per la Sganga “a volte, basterebbe un minimo di raziocinio per evitare di innescare violenze. E invece no. E così alla fine persino i nostri consiglieri, con bambini al seguito, sono finiti in mezzo alla carica prendendosi qualche manganellata. Obiettivo raggiunto. E – conclude la consigliera in una prosa da terza elementare – perdiamo l’ennesima occasione per riflettere sul tema della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e per fare del lavoro un tema che unisce e non divide”. E se il ministro dell’Interno Matteo Salvini afferma di aver visto “anche oggi in azione i cretini dei centri sociali”, il suo gemello vicepremier Luigi Di Maio aveva già fatto sapere a caldo il suo pensiero: “Il Movimento 5 Stelle condanna da sempre ogni forma di violenza e per sua indole ha sempre invitato i cittadini a manifestare le proprie idee e le proprie opinioni in forma pacifica attraverso il dialogo”. L’indole, già.

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La partecipazione ai tafferugli, in fondo, viene rivendicata quasi come una medaglia da appuntarsi al petto. “La prima manganellata non si scorda mai (e nemmeno la seconda). Gestione incomprensibile del corteo del 1 maggio”, commenta su Facebook di Damiano Carretto, consigliere comunale grillino, che è stato colpito alla testa e a una mano durante gli scontri fra la polizia e i manifestanti No Tav. A parlare, sempre sul social, di “vergognosa carica a freddo della polizia in via Roma” è la consigliera regionale M5s Francesca Frediani che pubblica un video sui social: “Hanno chiuso via Roma di colpo e hanno iniziato a caricare e picchiano senza guardare un faccia nessuno”. In mattinata la stessa  consigliera valsusina aveva postato una foto di piazza Vittorio, dove è partito il corteo, commentando: “Un cordone di Polizia davanti ai No Tav. Senza nessuna necessità. Se qualcuno si fa male sapremo chi sono i responsabili”. Già, la polizia. E così mentre Appendino mostrava il volto presentabile auspicando una manifestazione pacifica, i suoi fronteggiavano le forze dell’ordine. I due volti del movimento, la doppia faccia dei Cinquestelle.

1° maggio scontri al corteo

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