Soldi infiniti

Cambiando canale in Tv, ci è capitato di soffermarci su un talk show in cui erano presenti dei politici. Uno di questi, alla domanda del presentatore su dove trovare i soldi, ha candidamente risposto che i soldi sono infiniti perché è sufficiente stamparli. Né il presentatore, né gli altri politici presenti sono saltati sulla sedia a tale risposta. Che i soldi possano essere creati in maniera infinita è vero, ma che questo possa portare qualche beneficio è alquanto dubbio. Anche in Venezuela stampano denaro in quantità, ma continuano a morire di fame.

Il denaro non ha valore in sé, è solo carta colorata e viene accettato negli scambi per obbligo di legge e abitudine. Ben diverso dal passato in cui esisteva la moneta merce che aveva un valore intrinseco rappresentato dall’oro contenuto. Se si va ancora più indietro nel tempo ci sono state altre merci che hanno funto da moneta quali lingotti di vari minerali, capi di bestiame, ecc. Accettare un lingotto di ferro in cambio di una merce per poi poterlo scambiare con altre merci o essere portato dal fabbro per trasformarlo in attrezzi è cosa ben diversa dell’attuale moneta a corso legale che serve solo per facilitare gli scambi rappresentando una comoda unità di misura del valore di un bene o servizio, ma che non ha valore in sé.

Stampando moneta non si creano beni o servizi che sono quelli che servono. Se si considera un sistema economico in cui si producono 10 mele e 10 pere, che si stampino 10 banconote o mille poco cambia: il numero di mele e pere rimane uguale. L’unica cosa che cambia è che ogni prodotto sarà prezzato con un valore diverso, ma la produzione rimarrà identica. Ci troveremo nel classico processo che si chiama inflazione: i prezzi monetari dei beni aumentano, ma i beni in sé rimangono identici. Abbiamo molteplici esempi di processi inflazionistici da quelli del passato come la Repubblica di Weimar a quelli attuali del Venezuela o dello Zimbabwe con la famosa banconota da un miliardo.

Nel processo inflazionistico c’è chi ci guadagna ed è chi riceve per primo il nuovo denaro stampato. Quando la banca centrale stampa nuovo denaro, i primi beneficiari sono le banche, gli stati e le multinazionali. Il nuovo denaro non essendo ancora stato immesso nel mercato permette di comprare assets a prezzi ancora bassi. A mano a mano che il nuovo denaro entra in circolazione nel sistema economico, dato che non corrisponde a nessun aumento della produzione per la classica legge della domanda e della offerta non fa che svalutarsi, ovvero causa un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. Al consumatore finale non rimane che l’inflazione, mentre i primi beneficiari del nuovo denaro stampato si sono arricchiti.

L’inflazione è una tassa occulta che trasferisce ricchezza dal consumatore a banche, stati e multinazionali. Questa continua stampa di denaro spiega la crescita degli indici azionari nonostante la mancanza di crescita economica. È il denaro della banca centrale che viene investito in borsa che fa crescere i corsi azionari senza che ciò porti vantaggio all’uomo della strada. Chi ha investimenti finanziari di un certo tipo ne trae vantaggio, ma l’operaio o l’impiegato che nelle migliori delle ipotesi ha un fondo pensione rischia di perderci trovando i prezzi della spesa più elevati.

Curioso che tutti quelli che sono contro i ricchi, le banche e le multinazionali li vogliono favorire con la stampa senza fine di nuova moneta.

print_icon