AMBIENTE

Inceneritori, il M5s vende fumo

Duro attacco dell'associazione Rifiuti Zero agli eletti grillini, cui un tempo erano vicini. "La verità è che da quando sono nelle istituzioni non hanno fatto niente per l'ambiente". A Torino differenziata al palo e l'altolà a nuovi impianti è solo "cantilena elettorale"

Parole, parole, parole. E così il fumo rischia di essere non solo quello che esce dagli inceneritori ma pure quello che, secondo alcuni comitati green, “vendono” i Cinquestelle ora che sono in campagna elettorale. Storia di un’alleanza che scricchiola – quella tra grillini e il mondo ambientalista – come dimostra la nota puntuta dell’associazione Rifiuti Zero Piemonte di fronte all’ennesima levata di scudi dei pentastellati contro l’ipotesi di realizzare un nuovo termovalorizzatore sul territorio regionale. Prospettiva emersa in uno studio di Confservizi secondo cui, dal 2020, in Piemonte, ci sarà un surplus di 220mila tonnellate di rifiuti che potrebbe rendere indispensabile la costruzione di un nuovo impianto di smaltimento, da affiancare a quello del Gerbido.

Il M5s si è prontamente ribellato a tale eventualità, tramite il candidato a governatore Giorgio Bertola, il consigliere comunale Federico Mensio e la stessa sindaca Chiara Appendino la quale si è spinta ad assicurare che “entro il 2021 tutta Torino avrà la differenziata”. Promesse difficilmente realizzabili. A mettere i Cinquestelle di fronte alla realtà ci hanno pensato proprio gli attivisti di Rifiuti Zero: “Sempre felici di leggere parole a favore di una gestione dei rifiuti più attenta alle persone e all’ambiente – riferisce l’associazione, ma ad oggi – a nessun livello di governo il M5s ha proposto, adottato, sperimentato azioni concrete rivolte alla riduzione dei rifiuti o all’aumento e miglioramento della raccolta differenziata”.

Piuttosto, negli ultimi tre anni a Torino è aumentata la quantità di rifiuti conferiti all’inceritore, dalle 420mila tonnellate all’anno nel 2015 alle 500mila attuali, mentre la sindaca promuove al vertice di Iren, la società che controlla il termovalorizzatore “quel Renato Boero secondo cui l’impianto del Gerbido inquina come un biscottificio” attacca l’associazione (a questo proposito va ribadito che non c’è alcun rapporto scientifico che evidenzi rischi per la salute dei residenti in prossimità dell’inceneritore).

“In tre anni di giunta Appendino – spiega Enzo Lavolta, vicepresidente della Sala Rossa ed ex assessore all’Ambiente – la percentuale di raccolta differenziata è aumentata di un solo punto percentuale (al netto del nuovo metodo di calcolo). Fermo dal 2009 il piano di estensione del porta a porta a Torino è ripartito nel 2014 con Crocetta e San Salvario. Si sta realizzando male un piano buono che avrebbe dovuto in 3 anni farci superare la soglia del 50%. Invece siamo al palo. Non c’è una politica di incentivazione, non c’è controllo, la differenziata viene fatta male e così finisce per essere più costosa per i cittadini. Più di 3 milioni all’anno per i prossimi 3 anni a carico dei torinesi”. Nel 2015 la raccolta differenziata a Torino era al 42,5%, oggi siamo al 44,8%.

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Scrive l’associazione Rifiuti Zero: “In Città Metropolitana il piano di gestione rifiuti risale al 2006, in Regione dal M5s non è arrivata nessuna proposta e nessuna azione è stata intrapresa neanche a livello di Governo, dove tra le azioni attuabili nell’immediato ci sarebbe l’abrogazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, che permette a Torino di bruciare il 25 per cento in più di rifiuti”.Tutto il resto sono le solite “cantilene elettorali, peggio se provengono da politici che ricoprono da anni ruoli istituzionali”.

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