RETROSCENA

Affari e politica, il Pd inguaia Borgna

Un assessore comunale di Cuneo sospeso per "gravi irregolarità" dalla gestione di una cooperativa in rapporto con scuole e istituzioni, accusato di aver dato vita a una Srl "fotocopia". Con parentele illustri nel partito locale. Resa dei conti interna, poi l'ultima parola al sindaco

Per un pelo non si sono trovati a dover discutere la grana nel luogo del misfatto. E già, perché la brutta gatta da pelare arrivata in casa del Pd cuneese, con un suo assessore comunale sospeso insieme ad altri tre amministratori dalla guida di una cooperativa, per aver costituito una società fotocopia, racconta anche di un ipotizzato trasferimento della sede del partito cittadino proprio là dove oltre alla coop è arrivata quella strana gemella Srl.

Vicenda intricata quanto imbarazzante per i dem, quella che tocca loro affrontare domani in vista del vertice di maggioranza in Comune già fissato per lunedì, con le opposizioni che chiedono al sindaco Federico Borgna di revocare le deleghe (Politiche giovanili e Innovazione) a Domenico Giraudo e un Pd diviso tra chi spingeva addirittura per mettere la sede nei locali della cooperativa (quando già era nata la società-fotocopia) e chi di fronte a comportamenti piuttosto disinvolti prima ha storto il naso e adesso è pronto a girare all’ingiù il pollice.

Per cercare di capire quel che è successo, tra uno spuntare di nomi noti della politica della Granda e traballanti architetture societarie, bisogna riavvolgere il nastro e partire da quell’esposto presentato alla magistratura da Matteo Conterno, un ex socio della cooperativa Ping, costituita nel 2016 e attiva nel settore della diffusione e promozione delle nuove tecnologie, con molte collaborazioni con scuole, enti e associazioni. Nella richiesta di azione di responsabilità nei confronti di Giraudo, ma anche di Denise Lupani e Lucio Michele Chialva, vengono citate “gravi irregolarità” gestionali e pagamenti a favore degli stessi amministratori per consulenze e, non da ultimo, la costituzione di quella nuova società con lo stesso nome della cooperativa e pure la stessa sede.

Il giudice ha accolto il ricorso e sospeso i tre amministratori dalla coop, lasciando nel cda solo Claudia Carli, nel cui recente passato c’è un incarico di collaborazione con l’attuale deputato Mino Taricco e con l’ex senatrice Patrizia Manassero. Tra i soci della coop spunta anche il nome della figlia dell’ex sindaco di Cuneo ed ex consigliere regionale Elio Rostagno, Alessandra, a conferma semmai ce ne fosse ancora bisogno di quanto forte sia il legame tra il partito e quell’attività nel settore dell’innovazione che in realtà ben poco pare aver innovato nell’incrostato rapporto tra politica e affari.

La grana è scoppiata dopo la decisione del giudice, ma ancor prima, quando la nuova società era stata appena costituita, al sindaco si era rivolto il consigliere di Cuneo Beni Comuni, Ugo Sturlese chiedendo spiegazioni e manifestando “il sospetto che la società adotti politiche commerciali, incassando canoni di affitto non in linea con le intenzioni del progetto che prevedeva nuove imprese innovative, attività artigianali giovanili, condizioni agevolate”.

Borgna aveva rassicurato, ma la questione era tutt’altro che risolta. Soprattutto in casa Pd, dove chi aveva in qualche modo fermato quel trasferimento della sede cittadina e avanzato più di un’obiezione su quel che succedeva in piazza del Foro Boario adesso sembra intenzionato a non offrire alcuna copertura politica.

La poltrona di Giraudo è più traballante che mai e forse già domani potrebbe scricchiolare ulteriormente dopo l’incontro dei vertici del partito. Che hanno rischiato di riunirsi sul luogo del misfatto.

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