Resistenza da museo

Dicono che… la sciarpa rossa che negli anni è stato un suo segno distintivo, assumerà una connotazione sempre più politica. Sì perché Roberto Mastroianni, ricercatore all’Università di Torino, a lungo vicino all’area laburista del Pd è stato nominato da Chiara Appendino alla presidenza del Museo diffuso della Resistenza. Un bel fardello per il “filosofo”, come lo chiama qualcuno in ambienti dem, soprattutto viste le dimissioni in serie che hanno falcidiato il prestigioso istituto: prima l’ex parlamentare Pietro Marcenaro che alzò i tacchi per protesta, nel 2017, quando il Comune azzerò il proprio finanziamento, poi il successore, Adriano Andruetto, già vice presidente ed espressione dell'Archivio Cinematografico della Resistenza, che durò un annetto prima di essere rimpiazzato da Franco Quesito. Ora tocca a Mastroianni rilevare l’eredità e rilanciare il museo anche se c’è chi vede nero e profetizza: “Questa nomina è la pietra tombale sull’integrazione con il Polo del 900 e forse sullo stesso Museo”.

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