OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo, il Governo ci ripensa. Forse Delrio non aveva tutti i torti

L'esecutivo si prepara a una fragorosa retromarcia dopo aver tanto bighellonato. L'accusa di Chiamparino: "Se non si fossero messi di traverso a quest'ora i cantieri erano aperti". Avevano promesso lavori entro l'estate ma è tutto fermo

“Se la soluzione adottata dal Governo per l’Asti-Cuneo è, per stessa ammissione dell’esecutivo, affine a quella a suo tempo varata dal ministro Graziano Delrio, non si capisce perché non si è proceduto con quella. A quest’ora i cantieri sarebbero già aperti”. Elementare, Toninelli. E Sergio Chiamparino non deve neppure essere uno Sherlock Holmes per scoprire quel che ormai appare sempre più chiaro: un garbuglio in cui il Governo si è infilato e non riesce a venirne fuori, con i roboanti annunci del premier Giuseppe Conte e del suo ministro delle Infrastrutture rivelatesi, ancora una volta, nulla di differente dalle promesse di marinaio.

“Purtroppo neanche dalla riunione del Cipe di ieri è venuto il via libera alla ripresa dei lavori, né tanto più c’è un via libera dell'Unione Europea alla nuova soluzione predisposta dal governo", constata il presidente della Regione. Se possibile, ancor più tranchant la deputata del Pd Chiara Gribaudo, che aveva presidiato la precedente riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica conclusosi, come quello di ieri, con un nulla di fatto: “La nostra autostrada non era nemmeno all’ordine del giorno. Il ministro per salvare la faccia ha inviato una nota informativa affermando che il suo piano prosegue, ma è riuscito a certificare l’esatto contrario – osserva la parlamentare cuneese -  ha scritto che nessun documento è stato inviato a Bruxelles, nessun parere è arrivato dall’Autorità di regolazione dei trasporti, nessuno tranne lui ha negato quello che sosteniamo da tempo, ovvero che il piano di Toninelli lede la concorrenza nel settore autostradale”.

Insomma, per Gribaudo, “il ministro e il governo se la cantano e se la suonano, mentre i cantieri che con la soluzione Delrio potevano essere aperti da un anno rimangono chiusi”. Difficile offrire una lettura diversa davanti all’ennesimo nulla di fatto nell’iter che secondo quanto Conte e Toninelli avevano annunciato ormai due mesi fa dal troncone dell’opera incompiuta a Cherasco, sarebbe stato rapido. “Riusciremo a sbloccare i cantieri già entro l’estate per il lotto da Alba a Verduno, e poi a completare l’autostrada A33 entro 36 mesi. Il tutto senza regali al concessionario, e con un risparmio per i cittadini di 213 milioni di euro” avevano assicurato.

Dopo aver gettato nel cestino il piano del precedente Governo, già avvallato dall’Unione Europea, nessun concreto passo avanti è stato fatto. E i nodi paiono tutt’ora irrisolti. Tra i più difficili da sciogliere quello di Bruxelles. La Commissione europea aveva approvato la soluzione del finanziamento incrociato proposta dal ministro Delrio, che si basava sul prolungamento di quattro anni della durata della concessione di Satap sull’autostrada A4 Torino-Milano in cambio del finanziamento da parte di quella società dei costi necessari, ovvero 350 milioni di euro per completare l’Asti-Cuneo, gestita da un’altra società dello stesso gruppo Gavio. Nel contempo la proposta prevedeva la riduzione di venti anni della concessione sulla Asti-Cuneo, in modo da allineare al 31 dicembre 2030 le scadenze di Torino-Milano e Asti-Cuneo.

Questo piano il Governo pentaleghista lo ha cestinato e, nonostante le ripetute dichiarazioni in senso opposto del ministro, il via libera di Bruxelles resta un passaggio obbligato. Tant’è che di contatti con la Commissione si era fatto cenno anche in una documento della Rappresentanza permanente dell’Italia all’Unione Europea: “I nostri interlocutori –  avevano scritto i funzionari riferendosi alla Direzione generale per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le Pmi dell’Unione Europea – hanno sollecitato l’invio delle informazioni relative all’analisi di congruità del cosiddetto valore di subentro”. Perché questo, ovvero la somma che chi ottiene la concessione deve pagare a chi la cede, è il punto critico: se la somma è elevata, come dei piani del Governo, solo l’attuale concessionario ha convenienza a partecipare al bando e così il rischio di violare le regole in fatto di concorrenza è elevato.

“Ormai lo hanno capito anche i muri del ministero dei Trasporti, che l’unica cosa da fare è tornare indietro. Le persone intelligenti sono quelle che riescono ad ammettere gli errori e a cambiare idea… se è tutta una faccenda di propaganda, anche il Governo farebbe una miglior figura, prima di queste elezioni europee, a fare un passo indietro.  – dice ancora Gribaudo - Glielo ha chiesto il consiglio comunale di Cuneo, glielo stanno chiedendo la categorie economiche, e il 26 maggio gliene chiederanno conto i cittadini”.

Una “bufala”, per l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco, la promessa di aprire i cantieri aperti in estate. Lui ieri al Cipe c’era e riferisce come, tra non pochi imbarazzi, dal Governo per ore si sia andati avanti a “vociferare di una imminente nota della Commissione Europea che avrebbe dato il via libera all’operazione voluta da Toninelli. Ma quella nota, come si è visto, non è mai arrivata”.