SANITA'

Stop alle ricette dei medici privati

Il Tar ha bocciato il provvedimento della Regione Piemonte. A promuovere il ricorso era stato l'ordine dei camici bianchi. Alla prossima giunta toccherà decidere se presentare ricorso. Il M5s canta vittoria

A meno di un anno dal varo di un provvedimento che avrebbe dovuto snellire le procedure e ridurre i disagi per i cittadini, il Tar ha bocciato la delibera con cui la Regione Piemonte concedeva la possibilità ai medici specialisti delle strutture private accreditate di prescrivere visite, esami e farmaci del servizio sanitario nazionale.

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso contro la delibera del giugno dello scorso anno presentato dal Sindacato medici italiani (Smi) cui si aggiunta poi un’altra sigla sindacale dei camici bianchi: l’Anaao-Assomed, dopo che già a settembre lo stesso Tar aveva disposto la sospensiva della norma regionale, impedendone di fatto l’applicazione.

Immediata la reazione del M5S che, per voce del candidato governatore Giorgio Bertola e del vicepresidente della commissione Sanità Davide Bono, esprime i “complimenti a Smi per aver creduto fino in fondo nella difesa della sanità pubblica” aggiungendo come “Il Movimento 5 Stelle Piemonte riteneva infatti sbagliato e potenzialmente pericoloso lasciare in mano ai privati la facoltà di prescrivere le ricette mediche del sistema sanitario nazionale”.

Di avviso opposto la valutazione che arriva dall’assessorato regionale e che sottolinea come “lo scopo del provvedimento, peraltro già adottato da altre Regioni, era unicamente quello di semplificare le procedure a carico dei pazienti e ridurre i passaggi necessari a ottenere l'erogazione delle prestazioni”.

“In questo modo – spiegano dal'assessorato di Antonio Saitta - era possibile evitare ai pazienti il ritorno dal medico di famiglia per ottenere una nuova prescrizione, nel caso siano necessari ulteriori visite o approfondimenti diagnostici. Inoltre, la Regione, grazie alla ricetta dematerializzata che permette di monitorare le prescrizioni e tenere sotto controllo i tetti di spesa, ha tutti gli strumenti necessari a controllare l'attività prescrittiva delle strutture pubbliche e private e dunque a evitarne l'inappropriatezza".

Ragioni e rassicurazioni che, evidentemente, non hanno convinti i magistrati amministrativi i quali si sono espressi in maniera decisamente contraria. Ora tutto resta come prima, con i passaggi obbligati e ripetuti per i pazienti che dopo essersi rivolti allo specialista devono tornare dal medico di base. L’eventuale riproposizione del provvedimento, con opportuni aggiustamenti, passa alla prossima giunta.

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