OPERE & OMISSIONI

Anche Greta viaggia in Tav

Nell'ultima riunione dell'Osservatorio è stato presentato lo studio sugli impatti ambientali della Torino-Lione. L'unico sistema di trasporto in grado di ridurre l'energia, le emissioni inquinanti, la congestione e gli incidenti stradali

Ultima riunione “per un bel po’ almeno” dell’Osservatorio per la Torino-Lione, a detta dello stesso Paolo Foietta, presidente “azzoppato” dal governo gialloverde, che oggi ha presentato l’ultimo dei quaderni, il quindicesimo, concentrato agli impatti ambientali dell’opera. Il lungo stop è dovuto al ricambio dei componenti dell’organismo che avverrà nel fine settimana, dopo il voto amministrativo che in Piemonte coinvolgerà oltre 850 comuni. Sono infatti decine i sindaci che fanno parte dell’Osservatorio, il cui presidente Foietta è “scaduto” da mesi nella sua funzione di commissario di governo, ma lavora in proroga in attesa che il ministero delle Infrastrutture indichi il suo successore.

Un clima quindi da ultimo giorno di scuola, o quasi, al termine dell’odierna riunione. Stavolta al centro dell’analisi è stata messa la forte impronta ambientalista che la Tav avrà, rispetto all’attuale interscambio di merci tra Francia e Italia, che avviene quasi esclusivamente su gomma, proprio perché la linea storica tra Torino e Lione è vetusta, poco sicura e non adatta a tutti i convogli moderni. Un traffico che di merci che aumenterà, stando ai dati Sace, l’export italiano infatti passerà dagli attuali 474 miliardi di euro, relativi al 2018, a 541 miliardi nel 2021. In questo quadro il Piemonte è la quinta regione per importazioni, con una quota nazionale dell’8% pari a 13,6 milioni di tonnellate di beni, ed è quarto per export con il 10,4% pari a 11,7% di tonnellate di prodotti l’anno. Prodotti trasportati quasi solo da Tir, che da soli generano un quarto delle emissioni “climalteranti” in Italia, consumano un terzo dell’energia, che al 90% è fossile. L’alternativa della ferrovia non teme confronti secondo l’Osservatorio, e anche l’ammortamento delle emissioni legate alla costruzione del tunnel, avverrebbe in 12-15 anni, per un’opera che si prevede ne durerà 120. Concluso quell’ammortamento, il risparmio di Co2 sarebbe di tre milioni di tonnellate l’anno, ovvero quelle prodotte oggi dal solo passaggio dei mezzi sotto i tre trafori alpini tra Italia e Francia (Frejus, Monte Bianco e Gran San Bernardo).

Lo studio è stato inviato al premier Giuseppe Conte, al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e al collega titolare dell’Ambiente Sergio Costa. Nel documento si legge che “l’unica vera alternativa oggi praticabile è la ferrovia moderna interoperabile a standard europeo e, per l’attraversamento delle Alpi sulla direttrice est-ovest, la realizzazione del nuovo tunnel di base del Moncenisio. Questo è l’unico sistema di trasporto terrestre in grado di ridurre in modo sostanziale: l’energia consumata e quindi la dipendenza dai combustibili fossili; le emissioni climalteranti (ghg) contribuendo al percorso di riduzione gia' deciso da Italia e Us; le emissioni inquinanti prodotte dal traffico veicolare e gli effetti dannosi per la salute da essi prodotti; la congestione e l’incidentalità stradale riducendo l’enorme e costo sociale ed economico dei morti e dei feriti sulla strada; il consumo di suolo estremamente contenuto per una nuova infrastruttura, ma soprattutto in grado di ridurre la necessità di realizzare ben più importanti nuove Infrastrutture stradali”.

Intanto, il 28 maggio scadono le manifestazioni d’interesse legate ai bandi lanciati da Telt a febbraio per il tunnel di base della Torino-Lione. “Si saprà in quanti si sono presentati - ha spiegato Foietta - poi gli uffici di Telt vaglieranno le manifestazioni di interesse”. Infine, l’ultima stoccata ai grillini, ostili all’opera. “Il Movimento 5 Stelle crede che basti non nominare il commissario per dire che la Tav non si fa. È come dire che il tunnel non esiste solo perché non l'hai visto. Sono comportamenti non razionali, adolescenziali”. 

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