PALAZZO LASCARIS

La Granda abbuffata in Regione

Scatta alla lista della Lega di Cuneo il seggio derivante dalla doppia elezione di Preioni. Una provincia che nel complesso porta in Consiglio sette consiglieri più il governatore Cirio. E annovera il presidente della Crt Quaglia. È partita la colonizzazione di Torino?

S’infoltisce la delegazione cuneese a Palazzo Lascaris, andano a rafforzare quella che a detta di molti è ormai una vera e propria lobby che ha dimostrato di saper agire molto bene in modo trasversale ai partiti e ai centri tradizionali di potere. Che Alberto Preioni, esponente leghista eletto sia nella lista proporzionale sia nel maggioritario, decida di optare per l’uno o per l’altro seggio pare ormai certo che a subentrargli, per un complesso calcolo di resti e quozienti, sia il primo escluso del Carroccio nel collegio di Cuneo, Matteo Gagliasso.

Venticinque anni, oltre 2.400 preferenze ottenute, prima tessera della Lega Nord nel 2009 a Savigliano, Gagliasso è cresciuto nella scuderia dei Giovani Padani sotto l’ala di Riccardo Molinari, l’attuale leader della Lega piemontese oltreché capogruppo a Montecitorio. Sarà, con ogni probabilità, lui il settimo cuneese a entrare in Consiglio regionale dove affiancherà i compagni di partito Genesio Icardi (in odor di assessorato) e Paolo Demarchi, l’azzurro Franco Graglia e Paolo Bongioanni di Fratelli d’Italia. Questi ultimi due sono considerati vicinissimi ad Alberto Cirio, al punto che c’è chi parla di una fine strategia per consentire a entrambi di uscire, infiltrandone uno, Bongioanni, nel partito alleato. A ciò si aggiunga che l’unico esponente del centrosinistra eletto nella Granda è quel Maurizio Marello, già sindaco di Alba, che ha trionfato a suon di preferenze proprio nella città del neo governatore (e dove il centrodestra ha stravinto alle Europee e alle amministrative) alimentando i sospetti di un gioco di sponda tra proprio con Cirio. Tra le fila dell’opposizione anche il grillino Ivano Martinetti che con cinquecento preferenze ha superato l’uscente Mauro Campo. Eccoli i magnifici sette di via Alfieri: vanno dalla Lega al Movimento 5 stelle ma sono pronti a fare gli interessi innanzitutto di una provincia che cresce sempre di più come peso. Una lobby rafforzata dalla presenza di Cirio al piano nobile di piazza Castello che si trova su una strada già percorsa da Giovanni Quaglia di Genola, uomo delle autostrade, già presidente della Provincia, planato sulla tolda di comando della torinesissima (un tempo) Fondazione Crt. E se a questo si tiene conto che l’unica eurodeputata eletta in Piemonte è un’altra leghista, pure lei cuneese, come Gianna Gancia (la grillina Tiziana Beghin vive ad Alessandria ma è ligure) allora eccolo materializzarsi lo spettro di tanti stakeholder del capoluogo: “Torino? Provincia di Cuneo”.

print_icon