ECONOMIA DOMESTICA

L'auto affossa l'export piemontese

Nei primi tre mesi dell'anno le vendite oltre confine hanno subito una contrazione del 3,6%, decisamente peggio della media nazionale. Autoveicoli giù del 40%. Male anche tessile e chimica. Si salva solo l'industria alimentare

Dopo la produzione industriale, anche le esportazioni piemontesi segnano una battuta d’arresto. Nei primi tre mesi del 2019 il loro valore è stato pari a 11,5 miliardi, registrando un calo del 3,6% rispetto al dato del primo trimestre 2018.Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci è diminuito del 3,7%, attestandosi a quota 8,1 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale si è confermato positivo, risultando pari a 3,3 miliardi di euro, in lieve diminuzione rispetto ai 3,4 miliardi di euro del primo trimestre dello scorso anno.  

L’andamento dell’export del Piemonte è apparso in controtendenza rispetto a quellonazionale, cheha segnato una crescita del 2 per cento rispetto al periodo gennaio-marzo 2018. Nei primi tre mesi del 2019 le esportazioni hanno mostrato una crescita tendenziale molto sostenuta per il Centro (+15,1%), superiore alla media nazionale per il Sud (+2,5%) e il Nord-Est (+2,4%), mentre il Nord-Ovest ha registrato una contrazione (-2,0%) e le Isole una marcata riduzione delle vendite (-17,6%).

A poca distanza dal Lazio, che esercita un peso sull’export nazionale pari al 9,9%, il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota del 10% delle esportazioni complessive italiane,incidenza in ribasso rispetto al 10,6 segnato nello stesso periodo dell’anno precedente. Analogamente a quanto avvenuto nel 2018, anche nei primi tre mesi del 2019  tra le principali regioni esportatrici italiane il Piemonte è stata quella che ha manifestato la dinamica più debole. L’export della Lombardia è diminuito dell’1,6%, il Veneto cresce dell’1,4% e l’Emilia Romagna vola a +5%.

Per il presidente di Unioncamere Piemonte Vincenzo Ilotte si tratta di dati “preoccupanti”. “Questo forte rallentamento verso i mercati esteri, soprattutto extra Ue, è generalizzato e diffuso e per questo ancora più allarmante. Le esportazioni, durante gli anni della crisi, hanno rappresentato la nostra ancora di salvezza, l’unico vero gancio alla ripresa e allo sviluppo dei territori: perdere ora questa chance commerciale non può che rappresentare un danno importante per le aziende piemontesi”.

Nel primo trimestre 2019 quasi tutti i comparti di specializzazione delle esportazioni regionali hanno evidenziato performance negative. L’unica vera eccezione è rappresentata dalle industrie alimentari e delle bevande, che hanno incrementato le vendite oltre confine del 17,8%,raggiungendo un peso pari al 11,9% sul totale delle esportazioni piemontesi. Il comparto dei mezzi di trasporto, che genera oltre un quarto delle vendite all’estero della regione, ha evidenziato una battuta d’arresto di particolare intensità (-19,6%), dovuta principalmente a una flessione delle esportazioni di autoveicoli (-42%).

Il trend evidenziato dalla componentistica autoveicolare è stato negativo (-6,5%), mentre sono risultate in crescita le esportazioni di aeromobili (-8,5%). L’industria dei metalli (+0,3%) e quella meccanica (-0,3%) hanno mostrato una sostanziale stabilità delle esportazioni nei confronti dello stesso trimestre del 2018. Anche altri comparti hanno registrato variazioni tendenziali negative. In particolare la chimica ha segnato un calo delle vendite oltre confine dell’1,7% e la filiera tessile una diminuzione dell’1,2%. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nel I trimestre 2019 il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 61,4% dell’export regionale mentre il 38,6% si è diretto verso mercati extra-Ue 28.

Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono rimaste stazionarie (+0,5%) rispetto al I trimestre del 2017. Nei primi tre mesi del 2019 i più importanti mercati dell’area per le merci piemontesi si confermano quello tedesco e quello francese, con quote rispettivamente pari a 14,3% e 14,2%. La Germania ha evidenziato un andamento sostanzialmente piatto(+0,1%) così come la Francia (+0,3%). Variazioni positive sono state registrate per ilRegno Unito (+8,3%), Belgio (+4%), Paesi Bassi (+3,5%) e Repubblica Ceca (+5,1%). In calo, invece le esportazioni verso Spagna (-5,9%), Austria (-7,4%) e Romania (-7,8%). Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue 28 hanno evidenziato una flessione importante (-9,5%) a causa  del calo delle vendite dirette in Svizzera (-8,5%), in Cina (-25,1%), in Turchia (-49,8%) e in Messico (-15,3%). Buone performance sono state invece ancora registrate sul mercato statunitense (+1,3%) e su quello giapponese (+10,6%).

Le dinamiche registrate a livello territoriale nei primi tre mesi del 2019 sono state eterogenee. Al dato fortemente negativo registrato dal capoluogo regionale (-10,8%), penalizzato dal trend della filiera autoveicolare. Fanno seguito le flessioni di Asti (-7,6%), Verbania (-7,2%) e Biella (-5,3%). Stazionarie appaiono le esportazioni dell’alessandrino (+0,3%); in crescita risultano, invece, le vendite oltre confine degli altri territori: Vercelli incrementa l’export del 12,5%,Cuneo del 6,7% e Novara dell’1,3%.