PALAZZI & POTERE

Chiappendino addio, ora è discordia istituzionale

Il neo governatore Cirio apre più fronti di scontro con la Appendino. Dal Gay Pride a Torino area di crisi, dalle Olimpiadi alla nuova Ztl: non c'è questione cara alla sindaca grillina che non veda la Regione fare il controcanto. E nel Pd più d'uno gongola

Vedova politicamente di Sergio Chiamparino, con la Regione al centrodestra, Chiara Appendino ha poco da stare allegra. Ancor prima di essere eletto, Alberto Cirio l’aveva avvertita: “Il Chiappendino che abbiamo visto in questi anni con me non sarà più di moda. Rapportarsi con il sindaco del capoluogo è fondamentale, ma senza prestare il fianco a cedimenti". Altro che cedimenti. Se quello che non si annuncia come un buongiorno per la sindaca si vede dal mattino, già un po’ di assessori ed esponenti della maggioranza sembrano essersi svegliati di buonora e la stessa virata al largo del Torinocentrismo palesata nella formazione della giunta regionale potrebbe rivelarsi una rotta di collisione con il capoluogo governato dai Cinquestelle. Del resto, il gruppo M5s della Sala rossa ha un forte connotato radicale, almeno nei toni e nelle rivendicazioni. 

Proprio in uno dei temi irrinunciabili e “bandiera” dei grillini e della stessa sindaca, come i diritti civili nelle loro varie declinazioni, non ha atteso di entrare con effetto bulldozer la figura più nota e politicamente navigata della squadra di Cirio: “una carnevalata”, basta una parola a Roberto Rosso per esprimere la sua posizione sul gay pride e scatenare un putiferio. Ma, soprattutto, lanciare un segnale inequivocabile alla prima cittadina del al corteo dell’orgoglio Lgbt ha sempre partecipato. Posizione non certo personale, né solitaria quella dell’ex sottosegretario berlusconiano poi approdato a Fratelli d’Italia. “Fosse stato per me, non avrei dato il patrocinio” ha detto, papale papale, un altro assessore, il leghista Fabrizio Ricca mettendo una pesante ipoteca sul sigillo della Regione all’edizione 2020 della sfilata omosex. “Basta sostegno a rivendicazioni provocatorie – ha tuonato il consigliere di FdI Maurizio Marrone – la Regione dia piuttosto il patrocinio a un natality pride per la famiglia naturale".

Un caso isolato, su una questione che, in fondo, divide da sempre il centrodestra non solo dal centrosinistra ma anche dai Cinquestelle? Nient’affatto. Quello che ha l’aria di un secondo avviso alla navigante (in acque sempre più agitate) dopo la fine del Chiappendino viaggia lungo le strade dove lei ha deciso di piazzare divieti e limitazioni scatenando una ridda di proteste. Ancora il leghista Ricca parte lancia in resta e referendum pronto in tasca contro la Ztl ecologica, un must ambientalista della sindaca e da lei difeso a spada tratta. In questo caso lo stesso governatore traduce in pratica quell’avviso recapitato a Palazzo di Città: Cirio è pronto a rivedere il piano regionale sull’inquinamento e smontare quello della sindaca per Torino, forte della protesta dei commercianti e di gran parte dei cittadini contro la concezione talebana del traffico incarnata dalla sindaca.

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. Ecco il terzo: “Ritiriamo il ricorso contro il decreto Salvini” ha annunciato Ricca, riferendosi a quell’atto rivendicato dalla giunta Chiamparino come il primo assunto dal Piemonte rispetto a tutte le altre Regioni. Ma a quel decreto aveva detto no anche il M5s in Sala Rossa votando l’ordine del giorno della dem Elide Tisi. “Questo provvedimento rischia di ridurre gli strumenti e le risorse per contrastate davvero l'illegalità”, aveva osservato la capogruppo grillina Valentina Sganga. Non stupisce certo che una giunta regionale a trazione leghista blocchi quell’attacco al suo leader e ministro dell’Interno. Così come forti sono le critiche dei grillini torinesi nei confronti di un altro totem della propaganda salviniana, il Decreto Sicurezza, nella sua duplice stesura. “Alzi la mano – ha scritto l’altro giorno il consigliere pasdar Damiano Carretto su Facebook – chi, un anno fa, avrebbe anche solo potuto immaginare che i parlamentari del Movimento 5 Stelle avrebbero anche solo potuto pensare di votare Leggi liberticide e di stampo fascista come i decreti sicurezza di Salvini. Rivolgo la domanda ai militanti ed esponenti del Movimento 5 Stelle. Vi prego, fermiamo questo scempio”.

Altro fronte aperto è quello sull’area di crisi industriale complessa, provvedimento fortemente voluto dalla sindaca e su cui si è speso, in un paio di passarelle pre-elettorali, il vicepremier Luigi Di Maio. Non piace al neo titolare delle Attività produttive, Andrea Tronzano, il quale già nelle prime esternazioni pubbliche con alcuni rappresentanti del mondo economico cittadino l’ha definito un “progetto di corto respiro”, manifestando l’intenzione di chiedere profonde modifiche. Un passaggio non propriamente accidentale essendo la Regione l’ente titolato a interloquire con il ministero dello Sviluppo Economico.

Non così scontata l’altra mossa che rafforza l’immagine di un rapporto tra Regione e Comune a dir poco teso da oggi in avanti: quella sulle Olimpiadi. “Per me non sono perse e ho deciso di inserirle tra le cose su cui intendo impegnarmi in prima persona” ha spiegato Cirio, motivando la decisione di tenere per sé la delega e annunciando a breve incontri con i suoi omologhi Attilio Fontana e Luca Zaia. Nel caso l’impresa riuscisse, dove sarebbe lo smacco per Torino governata dal M5s? Nel lasciarla fuori, elementare Chiara. Nessuno si nasconde che nell’eventualità di un recupero fuori tempo massimo dell’occasione mancata, i cinque cerchi non sarebbero per la Città, quando per le valli olimpiche.

Risuonano le parole di Cirio, ancora da candidato governatore: “Se Appendino vorrà gli eventi a Torino bene, altrimenti il Piemonte è grande”. Più chiaro di così. Forse troppo (o forse no) anche agli occhi di quella parte del Pd che una più chiara divisione di ruoli e posizioni l'avrebbe voluta in questi ultimi tre anni. E che, invece, ha dovuto perdere la Regione per archiviare il Chiappendino. 

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