CAMPANILE SERA

Troppi assessori, a Rivoli tutto da rifare. C'è anche l'ex braccio destro di Fassino

Inizia male il nuovo sindaco di centrodestra, Tragaioli. Nomina una giunta di otto componenti, ma la legge ne prevede al massimo sette. Decreto annullato e presentazione rinviata. Tra loro anche Montanari, già direttore del Comune di Torino nell'ultima consiliatura di centrosinistra

Melius abundare quam deficere, dicevano più o meno i latini. Il problema è che, spesso, il troppo stroppia come ha imparato sulla sua pelle il neo sindaco di Rivoli. Inizia così con un inciampo Andrea Tragaioli. E non da poco, giacché ieri nel suo primo atto ufficiale, la nomina della nuova giunta, è riuscito a designare ben otto assessori, nonostante la direttiva dell'Anci, per i comuni al di sotto dei 100mila abitanti, ne preveda al massimo sette. Insomma, doveva moltiplicare risorse ed efficienza e invece il primo cittadino, appena eletto a capo di una coalizione di centrodestra, ha provato, senza troppo successo, a moltiplicare le poltrone. Il decreto era stato pubblicato ieri: Laura Adduce indicata vicesindaco e poi tutti gli assessori, Alfonso Lettieri, Sergio Cogliandro, Paolo Dabbene, Andrea Filattiera, Alessandra Dorigo, Gianmarco Montanari e Benvenuta Rainero. Ce n’è uno di troppo, tutto da rifare. E infatti questa mattina le nomine risultavano già annullate.

E pensare che a Tragaioli era riuscito anche un colpo non da poco, quello di ingaggiare nella squadra l'ex direttore generale del Comune di Torino, ai tempi di Piero Fassino. Quel Montanari che poi non venne confermato da Chiara Appendino e che oggi è alla guida dell'Istituto italiano di tecnologia. Per l'ex mandarino di Palazzo Civico un bel salto della quaglia da sinistra a destra. Curioso che neanche lui si sia accorto dell'abbaglio che stava prendendo il suo sindaco. Con ogni probabilità, Montanari resterà anche nella nuova versione della giunta, dove a rimetterci il posto potrebbe essere il leghista Cogliandro. 

Una figuraccia indizio di un pressapochismo che non fa ben sperare sull’operato del sindaco di Forza Italia, già al centro di polemiche in campagna elettorale per essere residente fuori dalla cinta daziaria della città del Castello e precisamente a Rosta, dove pure è stato primo cittadino. Le urne con lui sono state magnanime, consegnandogli la città dopo un lungo testa a testa con Emanuele Bugnone, del centrosinistra, costretto ad alzare bandiera bianca per soli 160 voti. Ora il Pd annuncia battaglia, lui ora dovrà dire a uno dei suoi assessori in pectore che si è sbagliato e che rimarrà fuori dalla nuova giunta.  

print_icon