SACRO & PROFANO

SeaWatch, la sfida della Chiesa: "Pronti a ospitare i profughi"

L'arcivescovo Nosiglia al fianco di chi manifesta "per richiamare l'attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave al largo di Lampedusa". La Diocesi disponibile ad accogliere i migranti "senza oneri per lo Stato"

“La Diocesi di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della SeaWatch”. L’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, al termine della messa in Cattedrale per la festa del patrono della città, lancia un messaggio destinato a far parecchio rumore nella silente politica cittadina. “Rivolgo una preghiera speciale a San Giovanni, che ha sempre difeso i poveri –  ha aggiunto –. Chiedo a lui di dare una mano per risolvere il problema che stanno vivendo le persone a bordo della SeaWatch. Per essere concreti la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere questi fratelli e sorelle”.  Il presule esprime “solidarietà a quanti in Italia, e anche nella nostra città, stanno dimostrando pacificamente per richiamare l’attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave al largo di Lampedusa. Un gruppo di nostri concittadini questa notte ha iniziato a dormire davanti alla chiesa di San Dalmazzo per questo motivo”, aggiunge monsignor Nosiglia. Alla nave dell’Ong tedesca è stato vietato di sbarcare sulle coste italiane. Per protesta da qualche giorno il parroco di Lampedusa Carmelo La Magra e una ventina di persone hanno iniziato a dormire sul sagrato della chiesa; alla protesta ieri si è unito un gruppo di torinesi che ha deciso di replicare l’iniziativa sul sagrato della chiesa San Dalmazzo di via Garibaldi. “Noi ci siamo, Torino ha un numero abbastanza elevato di famiglie disponibili ad accoglierli e questa è una particolarità specifica della nostra città”, ha ribadito Nosiglia. “Non ci sono quindi solo realtà istituzionali o del terzo settore, ma anche tante famiglie, quindi noi siamo pronti – aggiunge –. Se ci danno l’ok li andiamo a prendere e li portiamo qui. Ovviamente se il Governo e il ministro sono d’accordo, ma penso sia una disponibilità che potrebbe essere accolta per trovare uno sbocco a questa situazione”.

“Coltivare i diritti è un impegno più che mai urgente e va di pari passo con i doveri. A fianco dell’impegno dei singoli servono strutture della collettività capaci di supportare la sussidiarietà, specie su problemi quali sono la casa, il lavoro, la salute, che necessitano nuovi piani condivisi che affrontino le situazioni congiuntamente, in modo strutturale e non solo emergenziale”, ha spiegato l’arcivescovo. Nosiglia sottolinea che “la paura, il preconcetto, lo stigma non sono alieni nemmeno in Torino, nonostante esperienze interessanti che portano luce su questi temi. Il rapporto di collaborazione tra le varie istituzioni civili ed ecclesiali e del terzo settore è un distintivo di Torino e va pertanto promosso in ogni modo. Ma al centro va sempre posta la persona, è l'atteggiamento di ascolto e di accompagnamento che deve qualificare il modo con cui la città si pone nel proteggere la fragilità preziosa degli ultimi. La tentazione di vedere nel diverso un nemico è antica quanto il mondo: ma sempre dobbiamo chiederci se è la nostra identità e la nostra memoria che vogliamo difendere, o i nostri privilegi?”

Parole raccolte positivamente da Chiara Appendino, presente alla celebrazione in Duomo. “Un appello molto significativo, modo anche per scuotere le coscienze di tutti”, ha commentato il sindaco al termine della messa. Con la proposta di accogliere a Torino i migranti della nave, in mare da 11 giorni, monsignor Nosiglia “credo si contraddistingua di nuovo per la sua sensibilità. Lo conosciamo, è un arcivescovo molto attento alle marginalità e credo sia un modo anche per scuotere le coscienze di tutti”.

Diversa la reazione dell’esponente di centrodestra inviato a rappresentare la Regione. “La carità cristiana è importante, non ci sono dubbi e su questo bisogna essere sempre attenti – ha affermato Andrea Tronzano, assessore piemontese alle Attività produttive, di Forza Italia –. Dal momento che la nave batte bandiera olandese, credo sia opportuno che questo caso si risolva a livello internazionale”.

Ritiene di scorgere una qualche contraddizione nell’appello dell’arcivescovo il leghista Fabrizio Ricca: “Monsignor Nosiglia ha ragione sulle periferie che soffrono, ma aprire i porti vuole dire dare loro il colpo di grazia – spiega il capogruppo del Carroccio in Sala rossa, neo assessore regionale a Sicurezza e Immigrazione nella nuova giunta regionale di centrodestra –. Il caso della SeaWatch è ancora più emblematico perché è una vicenda di politica internazionale seguita dal ministero, argomento su cui bisognerebbe evitare ingerenze di sorta.  Quello in cui l’arcivescovo, a suo dire, “sbaglia è pensare che l’accoglienza indiscriminata, lontana da un ragionamento approfondito sul fenomeno ma votata a una generica apertura dei porti non sia un ennesimo problema proprio per quelle stesse periferie che soffrono. Ci sono italiani che pagano un prezzo altissimo di una crisi economica che colpisce molti quartieri e proporsi di ospitare un numero indefinito di immigrati non fa altro che andare a rendere ancora più critica la situazione di molte periferie. Integrare, se si sceglie la strada dell’accoglienza indiscriminata, è impossibile – conclude –, l’unica cosa a cui portano politiche simili è alla nascita di ghetti”.

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