FINANZA PUBBLICA

Dal Governo soldi per Alessandria,
Torino spera in qualche "avanzo"

Un comma ad hoc nel Decreto Crescita stabilisce uno stanziamento di 20 milioni per la città del capogruppo leghista Molinari. Nessuna certezza per il capoluogo del Piemonte: Appendino dovrà cavarsela da sola, almeno per ora, nonostante le rassicurazioni della Castelli

Il Decreto Crescita è legge, ma per Torino non ci sarà nessun aiutino da parte del governo gialloverde, almeno quest'anno. Se qualcosa arriverà sarà nel 2020. Il provvedimento è stato approvato in via definitiva al Senato e, pur contenendo una serie di misure per i Comuni in difficoltà, esclude il capoluogo piemontese da aiuti immediati. Come è stato segnalato allo Spiffero direttamente dal viceministro Laura Castelli, secondo l'articolo 1 decies il prossimo anno Torino potrebbe usufruire di un eventuale avanzo dei fondi stanziati per Roma, assieme a una serie di altri comuni capoluogo di città metropolitane che hanno deliberato il ricorso a procedura di riequilibrio finzniario o dichiarazione di dissesto.

È andata decisamente meglio ad Alessandria, che grazie a un emendamento inserito in zona Cesarini, una settimana fa, è riuscita a ottenere risorse certe: 20 milioni in conto capitale in due anni, di cui 10 nel 2020 e altrettanti nel 2021. Insomma, dev’esserci stata una manina leghista ad aiutare la città del capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, che il Carroccio amministra dal 2017, con il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Per Alessandria, inoltre, anche la possibilità di rientrare dei debiti pregressi nei prossimi vent’anni e non più in quindici. Un’operazione che certamente garantirà un po’ di ossigeno all’amministrazione leghista di cui Molinari, all’inizio, fu anche assessore. Non sono bastati, invece, i buoni uffici del viceministro al Mef Laura Castelli per far sì che ottenesse un contributo anche Torino, nonostante una situazione dei conti che resta disastrosa. “A chi tanto a chi niente – polemizza il senatore Pd Mauro Laus –. È un peccato perché penso si potesse trovare una soluzione politica in grado di premiare anche il capoluogo del Piemonte, ma purtroppo è andata così”.

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