POLITICA & SANITA'

Il Regina Margherita non si chiude, Cirio stoppa la riorganizzazione

La giunta regionale sospende gli atti aziendali di tutte le Asl e Aso. "Decisione necessaria per svolgere un approfondimento", spiega l'assessore Icardi. Ma l'obiettivo è mantenere autonomo il polo infantile dal Parco della Salute

“Un’amministrazione regionale che ha messo l’infanzia tra le sue priorità può lasciare che vada avanti un piano, deciso da altri, che prevede lo smantellamento dell’ospedale Regina Margherita e del polo pediatrico?”. L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, la risposta ce l’ha sul documento che ha appena firmato: con una decisione che non ha precedenti nelle passate amministrazioni vengono sospesi gli atti aziendali di tutte le Asl, Aso e aziende ospedaliero-universitarie del Piemonte, compresa ovviamente la Citta della Salute. Dal 1° luglio in corso Bramante, infatti, avrebbe dovuto entrare in vigore il nuovo atto aziendale che riorganizza il lavoro dei dipartimenti dei quattro ospedali che fanno parte del complesso ospedaliero proprio in vista della nascita del Parco della Salute.

Il “congelamento” per tre mesi a partire da oggi di tutti i provvedimenti di attuazione degli atti aziendali ancora in fase di definizione, compresi quelli già connessi di recente approvazione  “è una decisione necessaria – spiega Icardi – perché intendiamo svolgere nei prossimi mesi un approfondito monitoraggio dei livelli organizzativi ed operativi delle aziende sanitarie”.

Tutto fermo, senza peraltro alcuna conseguenza sull’erogazione dei servizi ai cittadini, in attesa di una verifica su quello che la nuova amministrazione regionale riterrà di far proseguire e su quello che invece dovrà subire modifiche o, addirittura, cancellazioni. “Per non pregiudicare le future scelte di indirizzo in fase di studio, abbiamo deciso di procedere con la sospensione”, aggiunge l’assessore che a margine della giunta, parlando con i suoi, ha lasciato intendere che forse sarebbe stato opportuno che la sospensione, in attesa di nuovi indirizzi, fosse arrivata autonomamente dai vertici delle aziende. Così non è stato e allora da corso Regina oggi è partita la comunicazione ufficiale a tutti i direttori generali con cui li si avverte di non procedere con la programmazione, anche quella già in corso.

Gli stessi direttori saranno, già nei prossimi giorni, convocati singolarmente in assessorato “per discutere nei dettagli le situazioni e avere il quadro il più definito possibile di ciascuna azienda”. Alcune aziende saranno rappresentate da commissari, come nel caso di Biella e di Asti, o da un facente funzione come accade per l’Asl di Alessandria. Situazioni queste ultime, che il nuovo inquilino di corso Regina Margherita ha anticipato di voler affrontare e risolvere in tempi molto brevi. E non ha certo atteso molto per dare un segnale, tanto forte quanto inatteso, sul cambio di rotta rispetto alla precedente amministrazione. Lo ha fatto, sia pure con un provvedimento di carattere generale, su una questione, quella del Regina Margherita e del Sant’Anna sulla quale il centrodestra aveva attaccato duramente le decisioni assunte da Antonio Saitta.

Nei mesi scorsi, oltre a sit-in davanti agli ospedali tutti i partiti del centrodestra avevano anche formulato un ordine del giorno in Consiglio regionale per chiedere all’allora giunta di Sergio Chiamparino di “approfondire il reale fabbisogno di posti del Parco della Salute con riferimento alla pediatra" e assicurare nel futuro polo sanitario "il mantenimento della necessaria autonomia e specificità terapeutica attualmente garantite presso il Regina Margherita".

Dalla Lega passando per Forza Italia e FdI erano stati denunciati i rischi che la chiusura del Regina Margherita avrebbe comportato per l’intera regione, riaffermando la contrarietà all'idea di smantellare gli ospedali mono-specialistici. Oggi la sospensione degli atti aziendali non può che leggersi come un cambio deciso e rapido rispetto alla politica in tema di sanità del centrosinistra. Solo il primo, ma tutt’altro che morbido.

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