Le tante facce del terrorismo

Il terrorismo in Europa? La minaccia viene dai gruppi indipendentisti, jihadisti e di estrema sinistra-anarco insurrezionalisti. Il terrorismo di estrema destra è irrilevante. La realtà dei numeri a confronto con la percezione dell’opinione pubblica e dei media: sebbene l’attenzione mediatica si sia concentrata negli ultimi anni sulla “crescente minaccia” della violenza di estrema destra, il numero di attacchi terroristici perpetrati da gruppi di estrema sinistra e anarco-insurrezionalisti nel 2018 in Europa – per un totale di 19 eventi, di cui 13 in Italia – segue quello degli attacchi terroristi di matrice jihadista – 24 azioni, che hanno provocato 13 morti; al primo posto il terrorismo etno-nazionalista, con 84 episodi. All’ultimo posto gli attacchi terroristici attribuiti all’estrema destra, con un singolo evento.

Sono questi i numeri ufficiali appena resi noti dall’Europol, attraverso la pubblicazione del report annuale Te-SAT (Terrorism Situation and Trend Report 2019) che indica come nel complesso la violenza del terrorismo sia diminuita in termini assoluti, sebbene in maniera differente in base all’ideologia di riferimento e a giustificazione degli atti di terrorismo. Nel complesso si impone l’inconsistenza degli attacchi attribuiti a gruppi di estrema destra, storicamente marginali nelle statistiche del terrorismo in Europa: un solo evento nel 2018, a fronte dei cinque registrati nel 2017. Diminuiscono anche gli attacchi terroristici dell’estrema sinistra e dei gruppi anarco-insurrezionalisti: 19 eventi nel 2018 rispetto ai 24 del 2017. Le azioni maggiormente rilevanti rimangono quelle riconducibili ai gruppi etno-nazionalisti: 83 contro le 137 del 2017; sebbene quelle più pericolose in termini di danni e vittime rimangano le azioni terroristiche associate allo jihadismo: 24 eventi nel 2018 contro i 33 del 2017.

Il Regno Unito è il paese più interessato dalle azioni violente del terrorismo indipendentista, in particolare da parte dei Dissident Republican (seguito da Francia e Spagna - Euskadi ta Askatasuna e Resistencia Galega); la Francia è invece il Paese nel mirino del terrorismo jihadista (seguita dal Regno Unito). L’Italia, nella graduatoria europea, è il Paese più colpito da attacchi di estrema sinistra: il 70 % di tutti gli attacchi in Europa. Nel nostro Paese, questi gruppi terroristici hanno confermato la propria volontà violenta, l’intensità e il modus operandi rilevati negli ultimi cinque anni. La Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) è considerato il gruppo più pericoloso. È tristemente noto per le sue campagne contro bersagli italiani e stranieri, attraverso l’impiego di IED (ordigni esplosivi improvvisati) o pacchi bomba. Altri gruppi terroristici anarchici hanno preso di mira obiettivi fisici, quali sedi di partiti, e gruppi di estrema destra.

Una fotografia della violenza, quella consegnata dall’Europol, che descrive come il terrorismo continui a costituire una grave minaccia per la sicurezza degli Stati membri dell’Unione Europea. E, al contempo, induce a riflettere sulla deriva politica della violenza, così come la città di Torino sta imparando sempre più a conoscere in virtù di un sempre più violento attivismo di sedicenti “centri sociali occupati e auto-gestiti” che, dietro a battaglie ideologiche e culturali dell’opposizione al progresso e all’innovazione, occupano spazi sociali, fisici, tentano di ostacolare gli investimenti pubblici e privati e impediscono il confronto democratico imponendo, sempre più con la violenza, la propria volontà e presenza. I terroristi appartenenti a correnti e ideologie politiche si impongono così come soggetti che non solo mirano a uccidere e ferire, ma anche a dividere le nostre società e diffondere odio e intolleranza. Torino è ormai diventata la palestra del terrorismo anarco-insurrezionalista italiano ed europeo?

print_icon